La maledizione di via Roosevelt

Con la risoluzione consensuale del contratto d'appalto, definita nella determina dirigenziale del 4 novembre scorso, tramonta l’idea contenuta nel progetto del 2017 di “Adeguamento della pista pedonale di via Roosevelt” per come era stato pensato otto anni fa dal settore Lavori Pubblici del Comune di Carpi.

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Foto di Fabrizio Bizzarri

Con la risoluzione consensuale del contratto d’appalto, definita nella determina dirigenziale del 4 novembre scorso, tramonta l’idea contenuta nel progetto del 2017 di “Adeguamento della pista pedonale di via Roosevelt” per come era stato pensato otto anni fa dal settore Lavori Pubblici del Comune di Carpi. L’idea in esso contenuta era quella di risolvere le criticità dovute alla presenza dell’ex mulino diroccato che ancora oggi costringe i ciclisti a una deviazione. Succede però che chi percorre la ciclabile lungo via Roosevelt invece di allungare il percorso in sicurezza all’interno del quartiere, resta sulla carreggiata delle auto e percorre contromano il tratto a fianco dell’ex mulino. E’ evidente l’oggettivo pericolo legato alla coesistenza con le auto. Nel febbraio del 2018 il Comune di Carpi aveva affidato all’ingegner Fabio Ferrini l’incarico di redigere, si legge nella determina dirigenziale, la progettazione di fattibilità tecnica ed economica, la progettazione esecutiva, la direzione lavori, il coordinamento della sicurezza, la contabilità e il collaudo relativi al progetto di adeguamento della pista di via Roosevelt per un onorario di 22.617 euro.

Il contratto d’appalto prevedeva solamente l’adeguamento della pista ciclopedonale di via Roosvelt mentre le soluzioni architettoniche, idrauliche e strutturali, complete di arredo urbano e disegni delle pavimentazioni dal tecnico anche sull’area dell’ex mulino avrebbero chiaramente incrementato l’importo dei lavori posto a base della gara. Così, “l’Amministrazione comunale non ha più dato seguito a questa progettazione vista la prospettiva antieconomica dell’opera”.

Queste le ragioni che hanno indotto oggi il Comune di Carpi a sciogliere “consensualmente” il contratto, riconoscendo all’ingegnere un compenso di 11.419 euro, contro i poco più di 22mila concordati inizialmente. Soldi pubblici spesi senza che la pista ciclabile sia cambiata e con l’ex mulino che è rimasto dov’era.

Sara Gelli

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