Veronica, donatrice di vita

Veronica Vezzani, 20 anni di Novellara, nei giorni scorsi si è recata in ospedale per donare il midollo osseo: “del mio ricevente so che ero l’unica donatrice possibile per lui. Questo mi ha motivato ancora di più nel donare con la consapevolezza di aver fatto la differenza nella sua vita. Consiglio a tutti di informarsi e non avere paura”.

0
3670

Ha appena 20 anni Veronica Vezzani, studentessa universitaria di Novellara, ma ha già compiuto un gesto di grande altruismo quando, nei giorni scorsi, si è sottoposta  a un prelievo di midollo osseo per donarlo a qualcuno che ne ha urgente bisogno.

Veronica, quando hai deciso di donare il midollo osseo? Hai conosciuto qualcuno che l’ha fatto o qualcuno che l’ha ricevuto?

Nel 2023 durante il mio ultimo anno al liceo artistico sono venuti dei rappresentanti dell’ADMO che, dopo una presentazione sull’argomento, ci hanno chiesto se volessimo entrare nel registro donatori di midollo osseo. Ho accettato dando il mio campione di saliva. La probabilità che ci sia una compatibilità genetica è 1 su 100.000 ed è per questo che servono tanti volontari, personalmente non conosco nessuno che abbia donato il midollo, ma invito chiunque abbia tra i 18 e i 35 anni a informarsi sul tema”.

Puoi descrivere brevemente le tappe che ti hanno portata fino al giorno in cui ti sei recata in ospedale per donare il midollo?

“Sono stata contattata in aprile e mi sono recata in ospedale, dove si è svolta la prima sessione informativa, a cui hanno risposto a qualsiasi domanda io avessi. La prima data fissata per la donazione era luglio, poi posticipata a settembre, e in quel lasso di tempo mi sono dovuta sottoporre a molti esami, tutti gratuiti e puramente di controllo, dove i responsabili della donazione si sono assicurati che fossi in buona salute. Il donatore può tirarsi indietro in qualsiasi momento, senza nessun obbligo o dovere”.

Cosa hai provato negli attimi prima del prelievo di midollo osseo?

“Ero molto emozionata e convinta della mia scelta. Non avevo paura di soffrire essendo la donazione poco invasiva. E quel briciolo di ansia che avevo prima di iniziare se n’è andato in pochi minuti”.

Hai potuto raccogliere qualche informazione sul ricevente e quando pensi a lui o lei come ti senti?

“Essendo una procedura protetta da privacy sia per il donatore che per il ricevente, a me hanno fornito solo due informazioni: che pesava molto più di me e che ero l’unica donatrice possibile per lui. Questo mi ha motivato ancora di più nel donare e mi ha avvicinato al mio gemello genetico”.

Cosa vorresti dire ai giovani che ti stanno leggendo e che magari vorrebbero aiutare qualcun altro ma hanno timore della procedura e come ha cambiato la tua vita quest’esperienza?

“Non c’è niente da temere, ci sono due tipologie di prelievo uno attraverso il sangue e l’altro direttamente dalla schiena, e uno può esprimere la propria preferenza al riguardo. In ogni caso prima di donare si attraversa un periodo di riflessione ed esami che vi preparano adeguatamente. E non so quante volte mi è stato detto che la loro priorità sei tu, entri nel registro sano e ci esci in egual modo. Personalmente io non ho sentito alcun dolore estremo e penso che ci sia ancora oggi tanta disinformazione al riguardo. Invito chiunque sia curioso o dubbioso a visitare il sito di ADMO, basta poco per capire quanto può essere significativo un gesto così semplice. Infine voglio citare una frase che si legge in ogni documento: ‘la donazione è anonima, volontaria e non retribuita’. Certo, donare il midollo non mi ha ripagata con soldi, ma con qualcosa di più grande: l’onore, la fierezza e la consapevolezza di aver fatto la differenza nella vita di qualcuno”.

Chiara Sorrentino

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp