Alzi la mano chi non è rimasto a dir poco incantato nell’ammirarne la danza luminosa. Uno spettacolo areo fatto di tenui bagliori, quello delle lucciole, che si ripete ogni estate da tempo immemore. Fino a non molto tempo fa questi piccoli coleotteri bioluminescenti popolavano le nostre campagne, regalandoci un tocco di magia e di incanto. Oggi però a causa della progressiva perdita di habitat, dell’inquinamento e dell’uso di insetticidi, è sempre più raro scovarli. La buona notizia però è che non sono scomparse, “basta sapere dove guardare e quando” spiega l’entomologo del Gruppo Modenese di Scienze Naturali, Niccolò Patelli.

“In pianura – spiega – è possibile scorgere le lucciole tra la metà di maggio e quella di giugno e l’Oasi La Francesa di Fossoli, ad esempio, è un ottimo punto di osservazione. Il Gruppo Modenese di Scienze Naturali collabora poi con BoschiAModena, associazione che gestisce il Bosco Urbano Rodari, un bell’esempio di rigenerazione spontanea della natura in città. Un’area di risulta che si trova in via Lazio e in cui la natura ha ripreso il sopravvento. Nonostante la vicinanza alla tangenziale lì è possibile osservare migliaia di lucciole. La sfida è dare a questi insetti l’ambiente giusto. Le lucciole – prosegue – prosperano nelle zone alberate e caratterizzate da un sottobosco ricco, lasciato incolto. Selvatico”.
La loro diminuzione si inserisce nel “declino registrato a livello globale degli insetti. Le cause sono le più disparate: dal cambiamento climatico all’uso indiscriminato e massiccio di insetticidi non mirati in agricoltura nel recente passato; dalla progressiva cementificazione e la conseguente distruzione degli habitat all’inquinamento in tutte le sue forme, all’arrivo di specie aliene che impattano negativamente su quelle autoctone. E’ finito il tempo in cui dopo una gita in campagna il parabrezza si presentava pieno di cadaveri di insetti… la riduzione delle lucciole rientra in questo fenomeno dalle dimensioni, lo ribadisco, globali”.
Quali azioni possono essere messe in campo per cercare di preservare gli insetti? Possiamo ancora fare qualcosa per proteggere le lucciole e non solo?
“Occorre cercare di lasciare maggiore spazio alla natura, senza addomesticarla troppo. Se sfalciamo meno parchi e aiuole gli insetti e gli animali arrivano. I perfetti prati all’inglese di tanti giardini privati poi hanno il valore ecologico di un parcheggio. Quelle tipologie di manto erboso non supportano alcuna biodiversità. Sono prati morti, dove sono presenti soli degli esili fili d’erba e dove non nascono nemmeno le margherite… Una biodiversità maggiore contribuisce a rendere l’ecosistema più stabile”.
Jessica Bianchi
























