I laureati in Scienze dell’Educazione tirano un sospiro di sollievo

Approvato in Senato l’emendamento che risolve il problema del reclutamento degli educatori per la fascia 0-6. Una situazione che rischiava di penalizzare migliaia di educatori ed educatrici in tutta Italia, tra cui oltre mille formati all’Università di Modena e Reggio Emilia.

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Il presidio degli studenti svoltosi sabato 12 luglio davanti alla sede universitaria di Viale Timavo a Reggio Emilia, dove si trova il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia

“Soddisfazione e apprezzamento anche per i tempi veloci in cui si è arrivati a questo risultato, molto importante e atteso, che pone fine a un’ingiustizia e permette finalmente di ridare serenità e certezze a tante lavoratrici e lavoratori in ansia per il proprio futuro professionale. Un risultato a cui si è giunti grazie alla collaborazione proficua con i sindacati e alla sinergia tra tutte le istituzioni coinvolte”. Così l’assessora alla Scuola e alle Politiche per l’Infanzia della Regione Emilia-Romagna, Isabella Conti, sull’approvazione, ieri in VII Commissione al Senato, di un emendamento che permette di risolvere il problema del reclutamento degli educatori per la fascia 0-6: tutti quei laureati in Scienze dell’Educazione negli anni accademici 2017/2018 e 2018/2019 che erano esclusi dalla possibilità di partecipare ai bandi per i servizi educativi per l’infanzia a causa del mancato riconoscimento dei crediti formativi richiesti dal Decreto legislativo 65/2017 e dal Decreto ministeriale 378/2018.

“Pur non essendo questo tema di competenza regionale – aggiunge Conti – ci siamo subito attivati con i Ministeri competenti, in particolare quello dell’Università e Ricerca, per costruire una soluzione giusta, che riconoscesse i percorsi pregressi e potesse valorizzare l’esperienza maturata nei servizi. Ringraziamo quindi la ministra Bernini per avere ascoltato le esigenze di Regioni e Comuni e avere in tempi rapidi affrontato il problema”.

“L’interesse di tutte le istituzioni coinvolte, a partire dalla Regione Emilia-Romagna, era quello di non lasciare soli i lavoratori e le lavoratrici in un momento così critico, e di trovare una soluzione che potesse garantire equità, riconoscimento e tutela per chi opera quotidianamente nei servizi educativi dell’infanzia, fondamentali per il nostro sistema educativo. La collaborazione tra istituzioni e l’impegno del Governo ha permesso di giungere in tempi rapidi a una soluzione che finalmente potrà restituire serenità a tanti giovani, in molti casi già impegnati con passione e competenza nei servizi educativi dei nostri comuni”.

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