L’artista carpigiana Francesca Lugli premiata a Barcellona

Tornare a Lemuria significa fare ritorno alla propria origine, al tempo in cui l'umanità viveva nella frequenza della quinta dimensione, ovvero quella del cuore. Un luogo dove amore e condivisione erano alla portata di tutti. Non è dunque un caso se l’artista emozionale carpigiana Francesca Lugli ha intitolato una delle sue opere Lo splendore di Lemuria, dipinto che le è valso un premio al concorso organizzato dalla Fondazione Effetto Arte e che ha ritirato alla fine di ottobre nella suggestiva cornice di Casa Milà, a Barcellona.

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Tornare a Lemuria significa fare ritorno alla propria origine, al tempo in cui l’umanità viveva nella frequenza della quinta dimensione, ovvero quella del cuore. Un luogo dove amore e condivisione erano alla portata di tutti. Non è dunque certamente un caso se l’artista emozionale carpigiana Francesca Lugli ha intitolato una delle sue opere Lo splendore di Lemuria, dipinto che le è valso un premio al concorso organizzato dalla Fondazione Effetto Arte e che ha ritirato alla fine di ottobre nella suggestiva cornice di Casa Milà, a Barcellona.  “Dopo aver visto i miei lavori su Instagram – racconta Francesca –  mi ha contattata la critica d’arte Laura Chimento per chiedermi e volessi partecipate al concorso e sono stata felice di prendervi parte. Quella di Barcellona è stata infatti una bellissima esperienza poiché all’evento hanno partecipato artisti di ogni tipo e provenienti un po’ da tutto il mondo. C’è stata una contaminazione reciproca che mi ha profondamente arricchita. Ho portato a casa tanti spunti e idee”. L’opera ad acquerello di Francesca, come scrive il critico Sandro Serradifalco, “è una riflessione poetica e visuale sul concetto di luce interiore, memoria antica e risveglio spirituale. Con una sensibilità che unisce tradizione letteraria e immaginazione visiva, l’artista evoca l’antico continente perduto di Lemuria, un luogo mitico che simboleggia un’epoca di purezza e connessione spirituale con l’universo. L’arco luminoso che sovrasta il paesaggio dipinto può essere interpretato come un simbolo del risveglio interiore o del ritorno alla conoscenza originaria. La sua forma circolare suggerisce cicli di vita, rinascita e continuità, mentre la presenza dei raggi gialli che si irradiano verso l’esterno potrebbe simboleggiare la diffusione della saggezza e della luce divina”.

E come in ogni suo quadro, Francesca ha impresso una frase, di dantesca memoria, sulla cornice: d’antico amor sentì la gran potenza… conosco i segni dell’antica fiamma. Un connubio perfetto tra parola e forma. Un ponte tra poesia e colore.

Premiato anche un altro carpigiano, lo scultore Romano Cornia, con un bassorilievo a tema religioso.

Jessica Bianchi

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