Una piaga che continua ad allargarsi e non conosce battute d’arresto. I numeri del gioco d’azzardo nel nostro territorio sono impietosi come dimostra la drammatica fotografia scattata dal terzo Rapporto sul gioco d’azzardo legale nell’Unione delle terre d’Argine redatto da Federconsumatori Modena, nell’ambito del progetto Un Argine all’azzardo. “Numeri che non promettono affatto bene – commenta il sindaco di Carpi, Riccardo Righi – nonostante le numerose campagne di sensibilizzazioni fatte. Negli anni abbiamo visto il fenomeno evolversi, in maniera seria e sempre più diffusa tra i giovani, soprattutto nelle sue forme legate al digitale. Forme dunque difficili da colpire e contrastare”. La nuova frontiera dell’azzardo, aggiunge il ricercatore statistico Massimiliano Vigarani, “sono i giovani. Si incentiva il gaming per portarli al gambling. In Italia la raccolta complessiva dell’azzardo legale nel 2023 ha raggiunto quota 150 miliardi di euro segnando un +10% rispetto all’anno precedente. Una cifra enorme che rappresenta il 90% della spesa alimentare dell’intero Paese o, ancora, è 5 volte l’ultima manovra finanziaria dello Stato. Pensiamo, giusto per tentare di comprenderne l’entità, che il SSN è finanziato con 131 miliardi di euro. Nel 2024 si stima che tale raccolta sfiorerà i 160 miliardi”. E nel nostro territorio?
La raccolta complessiva dell’azzardo legale nel 2023 nei quattro comuni dell’Unione Terre d’Argine è stimabile fra i 265 e i 268 milioni di euro e segna un decremento del 2% rispetto al 2022. Una dinamica, prosegue Vigarani, determinata dalla “rilevante diminuzione delle giocate online nel Comune di Carpi (-20 milioni di euro). Probabilmente l’attività dei cosiddetti super giocatori, quelli che muovono capitali enormi e dalla dubbia provenienza, si è spostata. Le perdite complessive per il 2023 nei quattro comuni ammontano invece a 48 milioni di euro”. Il gioco in presenza rappresenta il 61,4% del volume complessivo in Unione, un dato condizionato da Carpi, dove l’on line è fermo al 32% anche a causa “dell’ipertrofica offerta”, come la definisce il presidente di Federconsumatori Modena, Marzio Govoni, di luoghi fisici in cui giocare, mentre nei restanti tre comuni l’azzardo da remoto ha sorpassato quello fisico. “Numeri – conclude il consulente statistico – che ci portano a stimare che nel 2024 il denaro utilizzato per giocare potrebbe variare da 273 a 284 milioni di euro”. E poi ci sono loro, i Gratta &Vinci: nel 2023, nel territorio dell’Unione Terre d’Argine, sono stati venduti tagliandi per 22,1 milioni di euro corrispondenti a una giocata per residente maggiorenne, del valore di 244 euro.
“Sono 3.000 gli euro pro capite giocati da ogni abitante maggiorenne di questo territorio nel 2023. La torta dell’azzardo cresce, così come il riciclaggio di denaro sporco che vi orbita intorno. E’ tempo di spezzare il silenzio – gli fa eco Govoni – e noi vogliamo denunciare con forza la scarsità di strumenti in possesso delle Amministrazioni locali su questa materia, strumenti che peraltro qualcuno sta pensando di ridurre ulteriormente. E’ infatti in corso la discussione di una legge nazionale che azzererebbe ogni margine di manovra dei sindaci”.
Dietro alle statistiche si celano comportamenti patologici compulsivi che richiedono azioni concrete. Il gioco, non dimentichiamolo, non coinvolge soltanto chi lo pratica ma può rendere la vita dei familiari un vero inferno, basti pensare, ai tanti che chiedono l’aiuto dei Servizi Sociali dopo aver perduto tutto. Dopo essersi giocati il reddito, la casa e persino il lavoro a causa delle ripetute richieste di prestiti. Persone che si sono fatte terra bruciata intorno e che non sanno più dove sbattere la testa. Il gioco d’azzardo, chiarisce il dottor Massimo Bigarelli, Direttore di Struttura Complessa Dipendenze Patologiche Area Nord, “è una patologia, un disturbo comportamentale. Nel Distretto di Carpi abbiamo in carico 38 utenti, di cui 31 uomini e 7 donne, e 16 famiglie, assistite anche grazie ai punti d’ascolto e ai gruppi. La fascia d’età prevalente dei giocatori è tra i 35 e i 55 anni. Dietro a una chiamata al Servizio dipendenze vi sono situazioni estremamente problematiche e famiglie che versano in grave difficoltà. Tanti infatti, vincono la vergogna e arrivano a confessare il problema dopo essersi rivolti a finanziarie, a gente che presta denaro… Tante separazioni giudiziali e divorzi hanno alla base proprio questo grave indebitamento. Dietro al gioco vi sono una mole indicibile di angoscia e sofferenza”. Il gioco d’azzardo è in grado di stimolare il rilascio della dopamina e, continua il dottor Bigarelli, “ricordo come un giocatore paragonò il piacere di lanciare i dati al consumo di sostanze stupefacenti”. L’azione terapica si muove su più livelli: “dal far tenere una sorta di diario sulle giocate per far prendere consapevolezza delle dimensioni del fenomeno alla psicoterapia individuale e di gruppo, al ricovero per due o tre mesi in una struttura residenziale per sottoporsi a un programma intensivo e riuscire così a riformattarsi, a riprendere a vivere”, conclude il dottor Bigarelli. Tra le numerose attività poste in essere anche grazie alla stretta collaborazione con il Terzo settore e l’Unione Terre d’argine, vi sono programmi psico-socio riabilitativi, come trattamenti psicologici, socio-educativi, medico-farmacologici e comunitari, gruppi per giocatori e loro famigliari e lo Sportello contro il sovraindebitamento. “Un Argine all’Azzardo, dopo i primi due anni di operatività, sta dando i suoi frutti – afferma Valeria Lodi del Centro Servizi Volontariato Terre Estensi – Il lavoro di rete tra pubblico e terzo settore è la chiave di volta per supportare adeguatamente i cittadini con problemi di gioco d’azzardo patologico in un approccio di lavoro globale e integrato”.
Jessica Bianchi