Le porte della Chiesa di San Nicolò a Carpi, chiuse da dodici lunghi anni, si sono riaperte venerdì 1 novembre. Dopo il sisma del 2012 l’edificio era stato dichiarato inagibile e dopo il progetto definitivo del 2018 sono stati avviati i lavori di restauro e miglioramento sismico per un costo di quasi 4 milioni di euro. Centinaia i carpigiani presenti per immortalare il momento e varcare la soglia per poter ammirare la bellezza di questa chiesa, l’unica di proprietà del Comune di Carpi. Sono stati il Sindaco Righi e il Vicario generale della Diocesi Manicardi a spalancare il portone in un gesto simbolico.
Il Tempio di San Nicolò all’angolo tra via Berengario e via Guido Fassi ha origini antiche e l’edificio che si offre oggi ai nostri occhi è di epoca rinascimentale, voluto da Alberto Pio agli inizi del 1500. All’interno sono conservate decorazioni d’altare in scagliola, tecnica artistica realizzata utilizzando il gesso. Sono presenti opere di importanti artisti, tra cui l’Annunciazione e San Roc co con il cane realizzate da Bernardino Loschi. Ci sarà un parroco sia per San Nicolò che per San Francesco, padre Celestino che con la congregazione religiosa dei Missionari Servi dei Poveri, anche detti Bocconisti o Cusmaniani, abiterà il convento. Nel primo pomeriggio si è tenuta la solenne Concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor Erio Castellucci, vescovo di Carpi e arcivescovo di Modena-Nonantola. In serata la musica del pianoforte maestro Carlo Guaitoli è risuonata tra le navate.