A Carpi serve un dormitorio pubblico

Sabato 26 ottobre, intorno alle 7,30 del mattino, due persone dormivano a poca distanza l’una dall’altra sulle panchine di Corso Fanti. Il bisogno si allarga e le famiglie si impoveriscono ma anche se la coperta diventa sempre più corta, occorre agire, e in fretta, onde evitare che il fenomeno dei senza fissa dimora si aggravi. Non è solo una questione di decoro, l’inverno è alle porte e non accettabile che queste persone trascorrano le notti all’addiaccio.

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Sono talmente rari da saltare subito all’occhio. Qualcuno grida al mancato decoro e invoca il pugno di ferro altri, invece, chiedono che vengano aiutati per essere tolti dalle strade. Stiamo parlando dei senzatetto, un fenomeno che nella nostra città non si è ancora affacciato con prepotenza ma che inizia a destare qualche preoccupazione. Sabato 26 ottobre, intorno alle 7,30 del mattino, due persone dormivano a poca distanza l’una dall’altra sulle panchine di Corso Fanti. Uno dei due, incurante del passaggio dei più mattinieri, dopo essersi levato di dosso la coltre di panni che lo riparava, ha urinato sotto al voltone di via Rocca.

La presenza di homeless a Carpi è sostanzialmente una novità ma l’emergenza abitativa anche nella nostra città è ormai una piaga e il crescente impoverimento non potrà che acuirla ulteriormente. Una situazione potenzialmente esplosiva che le dipendenze rendono ancor più drammatica. Nella nostra città esiste il Centro di ospitalità per adulti casa ex Carretti e i suoi 7 posti, da regolamento, sono rivolti esclusivamente a persone con problematiche psico-sociali e con grave disagio abitativo appartenenti a uno dei quattro comuni dell’Unione delle Terre d’ Argine. Pochi posti, per quanto preziosi, e regole scarsamente flessibili. Il bisogno si allarga e le famiglie si impoveriscono ma anche se la coperta diventa sempre più corta, occorre agire, e in fretta, onde evitare che il fenomeno dei senza fissa dimora si aggravi. Non è solo una questione di decoro, l’inverno è alle porte e non accettabile che queste persone trascorrano le notti all’addiaccio, per la loro – e la nostra – salute. A Carpi non esiste un dormitorio pubblico rivolto a chiunque non abbia un tetto sopra la testa a prescindere dalla sua precedente residenza, eccezion fatta per quello della Caritas diocesana con tre posti letto. Una goccia nel mare.

Jessica Bianchi

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