Dirigente comunale a processo per abuso d’ufficio: il collegio si prende tempo per decidere

L’avvocato di parte civile Giuseppe Girani del Foro di Bologna ha chiesto di sollevare la questione di legittimità costituzionale. Non solo. In aula ha chiesto la conferma dei capi d’imputazione e la diversa qualificazione della condotta riconducibile alla violazione dell’art. 479, falso ideologico in atto pubblico.

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L’abuso d’ ufficio, art. 323, non è più un reato contemplato dal codice penale dopo la recente approvazione, tra luglio e agosto, del ddl Nordio, legge 114/2024, e nelle aule dei Tribunali si discute, nell’ambito dei procedimenti avviati. È accaduto anche in Tribunale a Modena nel corso dell’udienza, che si è tenuta martedì 17 settembre, del processo a carico del dirigente del Comune di Carpi rinviato a giudizio per abuso d’ufficio nel settembre scorso.

Abolita la norma penale che punisce il pubblico ufficiale che viola consapevolmente le leggi al fine di danneggiare o procurare un vantaggio patrimoniale ad altri, lo scenario del non luogo a procedere è stato, per ora, evitato dall’ avvocato di parte civile Giuseppe Girani del Foro di Bologna che ha chiesto di sollevare la questione di legittimità costituzionale. Non solo. In aula ha chiesto la conferma dei capi d’imputazione e la diversa qualificazione della condotta riconducibile alla violazione dell’art. 479, falso ideologico in atto pubblico.

Per il codice penale, il pubblico ufficiale, che, ricevendo o formando un atto nell’esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, incorre nella violazione delle norme, in questo caso quelle urbanistiche. La difesa dell’imputato ha richiesto il non luogo a procedere alla luce dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio e l’assoluzione per i capi d’imputazione di abuso edilizio perché prescritto. La Procura ha aderito alla richiesta di rimettere gli atti alla Corte Costituzionale, respingendo la prescrizione e la riqualificazione del reato di falso in atto pubblico.

Il collegio presieduto da Ester Russo ha ritenuto di prendersi il tempo necessario per esaminare la complessa questione e ha fissato udienza il prossimo martedì 15 ottobre per sciogliere la riserva.

Nell’ambito del processo, lo ricordiamo, i proprietari dei lotti non ancora costruiti nell’area tra via dell’Industria, via Nuova Ponente e la tangenziale Losi, sostengono di essere stati danneggiati da una procedura del dirigente comunale il quale avrebbe autorizzato un piano particolareggiato, quello dell’espansione commerciale su via dell’Industria, che avrebbe comportato l’esaurimento della superficie commerciale utile per gli altri comparti non ancora realizzati. In sostanza, il dirigente avrebbe dato l’ok alla realizzazione del comparto per una superficie sovradimensionata negando la distribuzione dei ‘metri commerciali’ agli altri comparti rimasti così senza sufficiente ‘spazio’.

Sara Gelli

 

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