“Il gomitolo di filo è una straordinaria metafora dell’intreccio della nostra mente”

Quando psiche incontra le mani è l’evocativo titolo della mostra collettiva organizzata presso TauLab (in Piazza Martiri, 46) dall’artista e arte terapeuta carpigiana Tau - Teresa Cardarelli, dal 13 al 15 settembre, dalle 11 alle 19. A esporre oltre a Tau saranno anche alcuni dei suoi corsisti: Rossella Belforti, Monica Malavasi, M. Cristina Marri, Stefania Mantovani e Paolo Pecchi. Il fil rouge, ed è proprio il caso di dirlo, di tutte le opere è la Fiber art. Quadri, sculture, monili e fiabe sono fatti di filo e sono stati creati senza ricorrere all’uso di telai, ferri o uncinetti.

0
169
Tau - Teresa Cardarelli

Quando psiche incontra le mani è l’evocativo titolo della mostra collettiva organizzata presso TauLab (in Piazza Martiri, 46) dall’artista e arte terapeuta carpigiana Tau – Teresa Cardarelli, dal 13 al 15 settembre, dalle 11 alle 19. A esporre oltre a Tau saranno anche alcuni dei suoi corsisti ai laboratori per adulti di Fiber Art: Rossella Belforti, Monica Malavasi, M. Cristina Marri, Stefania Mantovani e Paolo Pecchi. Il fil rouge, ed è proprio il caso di dirlo, di tutte le opere è proprio la Fiber art.  Le radici di questa espressione artistica affondano nelle avanguardie futuriste e dadaiste che introdussero nelle loro creazioni i materiali più eterogenei. Consacrata nella 57esima Biennale di Venezia curata da Christine Macel, dove vennero presentate una ventina di sculture di Judith Scott, una delle maggiori esponenti statunitensi della Fiber Art, è grazie alla Biennale 2022, intitolata Il latte dei sogni e curata da Cecilia Alemani, che questa tecnica ha veramente spopolato imponendosi anche al grande pubblico.

La filosofia della Fiber art? Ciò che è flessibile è tessile. Filati, corde, carte, tessuti, fibre, non filate, feltro, fili di metallo, plastiche, reti di plastica, tessiture con canne di plastica, con erbe, ramoscelli… tutto rientra nella Fiber Art.

“Da anni organizzo corsi di Fiber Art – spiega Teresa Cardarelli – ma, a prescindere dalla produzione di oggetti, ciò che per me conta davvero è il processo creativo. Quando inizi ad arrotolare il filo, stimoli l’emisfero destro del cervello, mettendo contemporaneamente a tacere il sinistro, quello giudicante. Controllante. E poi, pian piano, quel filo diventa un’opera, una forma a cui attribuire un nome. Un significato. Un procedimento alla portata di chiunque, che ha il pregio di portare fuori ciò che solitamente resta dentro. Nascosto. L’inconscio si sostanzia, diventa palpabile. Il gomitolo è davvero una straordinaria metafora dell’intreccio della nostra mente”.

Ed è proprio, alla capacità di Psiche (tema del festivalfilosofia 2024 nonché principio che, nella tradizione classica, si identificava dapprima col respiro per poi corrispondere al concetto di anima) di fungere da traghettatrice, per dirla alla maniera di Jung, che Tau e i suoi allievi si sono ispirati. “Nel mito greco, Arianna è colei che ti consente di percorrere i labirinti della vita e di uscirne. Arianna, in qualche modo, diventa l’immagine dell’anima. Ci consente di visualizzare l’inconscio – prosegue Teresa Cardarelli – che è anche il fulcro dell’arte terapia. Ecco perché una sezione della mostra è dedicata a lei. Con i monili che sono stati realizzati, rappresentanti mandala e animali, abbiamo creato l’installazione immersiva Il labirinto e il filo di Arianna”.

Tutte le opere sono state create senza ricorrere all’uso di telai, ferri o uncinetti. “Le mani sono state il nostro unico strumento. Insieme – spiega l’artista e arte terapeuta – abbiamo costruito dei personaggi e da lì ciascuno di noi ha fatto prendere loro strade differenti. Ognuno ha dato così vita alla propria fiaba, a una storia unica, illustrandola mediante fotografie, poi inserite in una scenografia comune. Pagine in cui si ritrovano gli archetipi più disparati, frutto dell’inconscio collettivo, e che fanno emergere il percorso introspettivo di ciascun autore. Fiabe che in mostra possono essere ammirate e due anche ascoltate dai visitatori”.

Un’altra sezione è invece dedicata alle sculture morbide, perchè al loro interno celano un cuore di gommapiuma: raccontano un percorso che dalle diverse posture assunte dalla mano, ricrea quelle dell’intero corpo. A chiudere l’allestimento sono invece due quadri ispirati al libro di Clarissa Pinkola Estés, Donne che corrono coi lupi e al suo universo femminile potentissimo.

Il vernissage è venerdì 13 settembre, alle 18 mentre il giorno successivo, alle 12, vi sarà un momento di presentazione dell’esposizione. Martedì 17 settembre, dalle 20,30 alle 22,30, si terrà il laboratorio gratuito di prova per adulti di Arte Terapia e Fiber Art, Disegnare con la catenella (iscrizione obbligatoria telefonando al 3357887758 entro il 15 settembre). La mostra è a ingresso libero e gratuito. Ad accogliere i visitatori nel cortile del palazzo storico in cui ha sede TauLab, sarà l’opera collettiva Quando psiche incontra le mani, espressione di un processo creativo di gruppo. Silenzioso ed empatico ma… non vogliamo spoilerare oltre.

Jessica Bianchi