Carpi è sempre più vecchia, chi si prenderà cura degli anziani?

Il progressivo e inarrestabile invecchiamento della popolazione - e il conseguente aumento delle patologie croniche - comporterà un vero e proprio tsunami. Un’onda d’urto che impatterà su un sistema sociosanitario che deve da tempo fare i conti con risorse in calo. Le famiglie sono sempre più piccole e fragili, incapaci dunque di farsi carico al domicilio di grandi anziani o cari pluripatologici. I posti nelle case residenza pubbliche o convenzionate non sono in grado di assorbire tutte le richieste e quelli privati non sono certo alla portata di tasche tendenzialmente impoverite. Lo sanno bene coloro che d’improvviso, dopo aver ricorso magari per anni a badanti, si ritrovano a dover fare i conti con un anziano non più gestibile a casa. Come si sta attrezzando l’Unione delle Terre d’Argine per far fronte a bisogni sempre più pressanti? Si erigeranno altri muri per creare nuove strutture residenziali? Come verrà rafforzata l’assistenza territoriale? A tracciare un quadro su quanto si sta facendo e su cosa sarà attuato nel medio periodo è l’assessore Tamara Calzolari.

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L’età media dei residenti a Carpi è 46,1 anni. Alta. Nel 2023 gli over 65 in città erano 17.064 (12.874 nel 2003) a fronte di 9.294 giovanissimi (0-14 anni) su una popolazione totale di 72.013 abitanti. Nella nostra città l’indice di vecchiaia, che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione ed è dato dal  rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni e quello degli Under 14, ci dice che vi sono 183,6 anziani ogni 100 giovani (erano 166,9 ogni 100 nel 2003). L’indice di dipendenza strutturale rappresenta invece il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). A Carpi nel 2023 ci sono 57,7 individui a carico ogni 100 che lavorano. Un altro indice interessante è quello di ricambio della popolazione attiva che rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (60-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-19 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l’indicatore è minore di 100: a Carpi nel 2023 l’indice di ricambio è 140,1 segno evidente che la popolazione in età lavorativa è molto anziana.

Una fotografia a tinte decisamente fosche e che impone importanti ripensamenti sul fronte del welfare perchè il progressivo e inarrestabile invecchiamento della popolazione – e il conseguente aumento delle patologie croniche – comporterà un vero e proprio tsunami. Un’onda d’urto che impatterà su un sistema sociosanitario che deve da tempo fare i conti con risorse in calo. Le famiglie sono sempre più piccole e fragili, incapaci dunque di farsi carico al domicilio di grandi anziani o cari pluripatologici. I posti nelle case residenza pubbliche o convenzionate non sono in grado di assorbire tutte le richieste e quelli privati non sono certo alla portata di tasche tendenzialmente impoverite. Lo sanno bene coloro che d’improvviso, dopo aver ricorso magari per anni a badanti, si ritrovano a dover fare i conti con un anziano non più gestibile a casa.

Come si sta attrezzando l’Unione delle Terre d’Argine per far fronte a bisogni sempre più pressanti? Si erigeranno altri muri per creare nuove strutture residenziali? Come verrà rafforzata l’assistenza territoriale? A tracciare un quadro su quanto si sta facendo e su cosa sarà attuato nel medio periodo è l’assessore a Integrazione socio-sanitaria e salute Tamara Calzolari.

Assessore quanti sono i posti residenziali pubblici o convenzionati per anziani nel territorio dell’Unione delle Terre d’Argine?

“I posti convenzionati sul territorio dell’Unione sono i seguenti: 80 al Quadrifoglio, 64 alla Tenente Marchi, 62 a Il Carpine, 60 + 4 temporanei a Cortenova a Novi di Modena, 62 al Pertini di Soliera, 14 + 4 temporanei alla Focherini (Soliera). A questi si aggiungono 2 posti fuori territorio presso la CRA Le Robinie a Correggio. Per un totale di 352 posti”.

A quanto salgono se si prendono in considerazione anche quelli privati?

“Ci sono 62 posti alla Focherini (Soliera), 49 al Primarosa (Carpi) e 22 alla Residenza Stella (Carpi). Quando terminerà l’OSCO a Cortenova di Novi ci saranno ulteriori 15 posti a regime privato”.

Il Care Residence è a regime o ci sono ancora posti negli appartamenti?

“E’ a regime con lista d’attesa”.

Ad oggi quanti anziani sono in graduatoria per un posto in una Cra?

“Ogni anno sono in graduatoria circa 100 uomini e 250 donne”.

Qual è il tempo medio di attesa?

“Non esiste una media, c’è chi entra dopo pochi giorni e chi rimane in graduatoria per molto tempo. La posizione in graduatoria dipende dalla gravità del bisogno e dal turn over che si genera nelle strutture”.

A quanto ammonta la retta che devono sostenere le famiglie per un anziano ospite di una Cra in regime pubblico o convenzionato?

“La retta massima è di 56.50 euro al giorno ma il regolamento prevede sconti in base alla situazione economica registrata dall’ISEE”.

Quanto costa al giorno un anziano in Cra?

“97,48 euro al giorno a cui si aggiunge il costo giornaliero del rimborso sanitario legato all’assistenza infermieristica e alla terapista della riabilitazione che varia da 11,45 a 12,17 euro”.

Una retta in una Cra privata può raggiungere i 3mila euro al mese. Cifre che pochi possono permettersi di sostenere anche usufruendo degli aiuti di Trame d’argento. Quali sono gli ostacoli all’accreditamento?

“Gli ostacoli ad accreditare più posti nelle strutture sono le risorse. Ogni anno la Regione Emilia Romagna assegna a ciascun distretto le risorse del Fondo della Non Autosufficienza, con cui l’Ufficio di Piano programma tutte le azioni e gli interventi a favore di anziani e disabili. Le risorse assegnate non permettono di accreditare più posti nelle CRA. Diversamente bisognerebbe “tagliare” alcuni progetti a sostegno della domiciliarità, quali gli assegni di cura, i sollievi e i posti nei centri diurni”.

L’indice di vecchiaia è il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni e il numero dei giovani fino ai 14 anni. Nel 2023 l’indice di vecchiaia per il Comune di Carpi ci dice che ci sono 183,6 anziani ogni 100 giovani. Numeri già impietosi ma destinati a crescere ancora che rischiano di mettere in ginocchio il sistema sul medio e lungo periodo. Il progressivo invecchiamento della popolazione impone un ripensamento del welfare. Come intendete rafforzare i servizi dedicati all’area anziani?

“Si sta operando a sostegno della domiciliarità con SAD, assegni di cura, sollievi a domicilio e in struttura, sportello a supporto del caregiver familiare, progetto Fragili, dispositivi di monitoraggio dell’anziano solo, progetti di dimissione ospedaliera in accordo con le assistenti sociali territoriali, il progetto OSS per il rientro a casa dopo un ricovero ospedaliero e Trame d’Argento”.

Sono previste nuove strutture? 

“Ad oggi non sono previste nuove strutture di cui contrattualizzare posti pubblici, ma riteniamo utile incentivare nuove iniziative per ampliare i posti residenziali nel territorio”.

Nuovi servizi in arrivo?

“L’Unione delle Terra d’Argine ha messo a disposizione 300.000 euro nel 2024 per potenziare i sollievi nelle strutture; i sollievi al domicilio con il progetto Boccata d’aria e gli assegni di cura. Si stanno inoltre sperimentando servizi a bassa soglia per intercettare il bisogno e prevenire il decadimento cognitivo in collaborazione con l’Ausl, oltre al  monitoroggio a distanza con sensori e device per attivare i famigliari in caso di emergenza o cadute o per valutare tempestivamente sintomi di patologie come ad esempio l’alterazione del sonno o il wandering sia nel care residence che al domicilio”.

La sanità pubblica ha sempre meno risorse su cui contare ma quella territoriale è un nodo cruciale per allungare il più possibile la permanenza degli anziani al proprio domicilio. Come vi state rapportando col Distretto su questo tema? Sono previste novità? 

“Tutta la programmazione viene condivisa in ufficio di piano tra operatori sociali e sanitari, in accordo con il Comitato di Distretto, ovvero la giunta dell’Unione insieme al direttore di distretto. Anche in questo senso si stanno sperimentando in collaborazione con l’Usl di Modena una serie di  servizi di telemedicina che si possono svolgere nelle Cra e al domicilio. Presso la Casa della comunità inoltre si stanno attivando una serie di percorsi di presa in carico di pazienti cronici (diabetici, cardiopatici, broncopatici…) per la maggioranza anziani che hanno lo scopo di monitorare lo stato di salute dei pazienti per evitare acuzie che ne comportino un ulteriore peggioramento”.

Infine una nota sul tema badanti. L’Unione non potrebbe fungere maggiormente da filtro per far incontrare domanda e offerta?

“Da tanti anni l’Unione delle Terre d’Argine si sta occupando sia di qualificare le badanti, sia di aiutare le famiglie nella ricerca. Vi è uno sportello dedicato a Carpi, che ha sede in via Lenin, 55, anche sede della Coop Anziani e Non solo che ha vinto l’appalto messo a gara per la gestione di questo servizio per gli anni 2024-2026. Durante l’anno si tengono corsi di approfondimento di temi per qualificare le badanti, inoltre questo sportello funge da sostegno nel matching tra le esigenze della famiglia e le disponibilità della badante e tiene aggiornata una banca dati di persone disponibili a intraprendere questo lavoro”.

Jessica Bianchi

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