Il dato più rilevante all’indomani dell’approvazione del Bilancio dell’esercizio 2023 di Aimag non è legato ai numeri, ma strettamente politico: i ventuno Sindaci dei Comuni soci hanno ripreso a parlare con una voce sola e l’astensione dell’Area Nord e del mantovano sul voto di bilancio è da interpretare come “gesto di distensione a favore del nuovo percorso intrapreso tra tutti i Comuni soci per addivenire a un nuovo patto di sindacato”. Non è musica per le orecchie di chi avrebbe preferito continuare all’insegna del ‘divide et impera’ perché con il 65% di azioni i nostri Sindaci, insieme, possono esercitare un forte controllo pubblico su Aimag condizionandone le decisioni nell’interesse dei loro cittadini.
Determinante per la ritrovata coesione tra amministratori è stata la volontà di lasciarsi alle spalle il recente passato per aprire una nuova fase: lo ha fatto in primis il Sindaco di Carpi Riccardo Righi che in poco tempo è riuscito nell’impresa di iniziare a tessere la tela ma anche il Sindaco di Concordia Marika Menozzi che si è ricompattata con l’Area nord.
Deve aver avuto il suo peso anche la necessità di presidiare in maniera attiva la situazione economico-finanziaria dell’azienda. A maggior ragione considerando il fatto che si sia giunti all’approvazione del Bilancio dell’esercizio 2023 con grave ritardo oltre i termini fissati dalla legge, che non ci sia stata una comunicazione da parte del Consiglio di Amministrazione a tutti i Comuni soci e che non sia stato approvato un piano industriale. I rilievi sulla gestione finanziaria non sono da confondere con i contenuti sostanziali del bilancio da cui si rileva un miglioramento degli indicatori industriali, economici e patrimoniali rispetto all’esercizio precedente.
Nel nuovo percorso di evoluzione dell’azienda, i Sindaci devono ora prestare attenzione a controllare i loro appetiti perché da sempre Aimag distribuisce sostanziosi dividendi su cui poter costruire i bilanci degli enti pubblici. L’approvazione della destinazione dell’utile è stata rinviata a ottobre e, precisano i Sindaci nella richiesta di rinvio, sarà necessario valutare, da qui ai prossimi mesi, “la situazione economico-finanziaria della società e attendere, come specificato nel documento, le risultanze a sei mesi dell’azienda nonché l’avvio e la costruzione del nuovo piano industriale, che dovrà essere quanto più condivisa con le parti pubbliche dell’assetto societario”.
S.G.