Sono 162 i medici che vorrebbero partecipare al corso di perfezionamento sull’Emergenza – urgenza ma, nella nostra regione, i posti disponibili per la formazione sono soltanto 75.
“Una discrepanza, quella tra domande presentate e posti a disposizione nelle tre sedi di corso (25 per ciascuna) a dir poco enorme. Un numero macroscopicamente più grande rispetto al fabbisogno reale e peraltro destinato a crescere ancora dal momento che queste domande riguardano solo le province di Bologna, Modena a Ferrara mentre non sono ancora pronti i bandi per le zone di Romagna ed Emilia Ovest”.
A parlare è il sindacalista dello Snami Roberto Pieralli, intervistato da Chiara Tassi, il quale ricorda come lo scorso anno in Emilia Romagna il corso sia saltato, nonostante poi “si lamenti la carenza di medici di emergenza e si chiudano automediche del 118. Peccato che i dottori vengano formati in numero insufficiente o non proprio formati”.
Ma perchè il corso è saltato?
“Dovreste chiederlo alla Regione. Le richieste di spiegazioni da parte nostra sono state continue ma evidentemente erano tutti troppo occupati a preparare i Cau per gestire influenze, raffreddori e urgenze minori non gravi anziché organizzare un corso per formare medici per le emergenze reali, dai politraumi alle anafilassi, e chi più ne ha, più ne metta… Ricordo poi, – prosegue Pieralli – che questo è un corso di abilitazione per il 118 ma esistono accordi in essere a livello regionale per cui questi dottori, se in numero sufficiente, possono andare a supportare i presidi di Pronto soccorso cosa che storicamente è già avvenuta. E’ però ovvio che se non li formo, le uniche cose che si possono piangere sono le lacrime di coccodrillo”.
Dunque i medici interessati all’ambito dell’Emergenza – urgenza ci sarebbero…
“Con il macellamento compiuto sinora, ovvero le chiusure di mezzi di soccorso medicalizzati in varie province – chiarisce Pieralli – se oggi il corso venisse attivato per tutti non sapremmo poi dove mettere i dottori a fare il tirocinio obbligatorio ai fini dell’idoneità. A Bologna, dove il gruppo di medici del 118 ha fatto una forte battaglia rispetto alla chiusura delle automediche i posti ci sono ma in altre province dove questo è avvenuto meno e i tagli sono stati macroscopici, il sistema è diventato autolimitante: sono talmente poche le automediche che per far fare i tirocini si diventerebbe matti”.
A fronte del calo dei mezzi medicalizzati è diminuito quindi anche il bisogno di dottori?
“Abbiamo meno mezzi che lavorano di più – conclude il sindacalista – ma se ci devo mettere persone sopra, non ho un numero sufficiente di posizioni. E quando cresce il bisogno di medici si ricorre a cooperative esterne o ad accrocchi di varia natura”.