Un’opera che è soprattutto una grande dichiarazione d’amore, appassionata e vera come solo un adolescente sa fare. Un libro che è nato prima come rubrica social, e che sui social sta diventando un caso, con tanti musicisti della nostra zona che pubblicano foto con il libro in mano. È stato un appuntamento quotidiano su Instagram e Facebook dove, ogni giorno alle 14, l’autore ha pubblicato dal primo gennaio 2023 una recensione delle 215 canzoni dei Beatles, che sono poi diventate 221 con la scelta di una canzone a testa dalla carriera solista degli ex Fab Four e l’aggiunta di Now & Then, brano uscito lo scorso anno, canzone postuma che chiude il cerchio sulla carriera dei quattro ragazzi di Liverpool.
Oggi The Beatles Everyday è diventato anche un libro, pubblicato in versione bilingue italiano e inglese per i tipi delle Officine Gutenberg di Piacenza. L’introduzione è di Antonio Bacciocchi, noto musicista, blogger e giornalista di Radio Coop. L’autore è invece Federico Martelli, sedicenne nel 2023, appena maggiorenne oggi.
Un ragazzo di oggi, nato a Carpi e residente a Correggio, che dice la sua con grande coraggio e competenza sull’opera omnia del gruppo universalmente ritenuto come il migliore della storia del rock. Federico, figlio di Letizia Vellani, moglie di Giampaolo Corradini (giornalista e musicista reggiano) ha da sempre respirato musica intorno a sé fin dalla sua nascita e, nonostante la professione del “patrigno”, in questa avventura ha fatto tutto da solo, declinando cortesemente qualsiasi offerta di aiuto.
Come ti senti quando gli adulti si meravigliano del fatto che a 16 anni hai scritto un libro sui Beatles?
“Un po’ fa effetto anche a me. Ammetto che non venga in mente a tutti di scrivere una cosa che da rubrica social è diventata un libro. Non è nata con questa idea, ma adesso mi fa molto effetto. Era un progetto social, cosa che sentivo molto più alla mia portata. Nemmeno quella era una cosa da tutti, ma qualcosa che avevo studiato e iniziato a creare. Poi ho incontrato Giovanni Battista Menzani di Officine Gutenberg e Antonio Bacciocchi di Radio Coop, che ha scritto la prefazione, ed è nata l’idea di trasformare The Beatles Everyday in un libro. Mi rendo conto che per qualcuno possa creare scalpore perché anche io guardando il libro faccio fatica a credere che il mio nome sia su quella copertina e che io abbia scritto tutto il contenuto, in inglese, quando avevo solo sedici anni”.
Come, secondo te, i Beatles riescono a comunicare con un diciottenne di oggi come facevano con un diciottenne del 1964?
“Io ovviamente non posso entrare nella mente e nel cuore di un ragazzo del ’64, ma posso immaginare che allora fosse tutto più d’impatto, sia per quanto riguarda il sound sia per il contenuto delle canzoni dei Beatles. All’epoca il rock era ancora in fasce, ogni cosa era innovativa e inedita. Oggi il rock ha settant’anni, abbiamo alle spalle decenni di rock, c’è meno stupore per certi sound o per certi messaggi, ma personalmente credo che la discografia dei Beatles porti con sé messaggi universali che sono raccontati in maniera unica, che difficilmente si può non tanto superare ma anche solo avvicinare. Le parole, la narrazione, le voci, il sound: le loro canzoni sono opere uniche che resteranno per sempre nel mio cuore, anche se sono nato nel 2006”.
Il tuo libro sta diventando un piccolo caso sui social: quali sono i commenti che ti hanno colpito di più, in positivo e in negativo?
“Per ora non ci sono stati commenti troppo aggressivi o che mi hanno ferito particolarmente. Ci sono persone che non sono d’accordo con i voti che ho dato alle canzoni, e generalmente mi accusano di essere troppo severo, mai il contrario. L’unico commento spiacevole è stato quello di una persona che ha detto che non ha senso comprare un libro sui Beatles scritto da un diciottenne. Non sono ovviamente d’accordo, perché il libro è soggettivo e informale, non pretendo certo di essere esaustivo o oggettivo. Nonostante sui Beatles sia stato scritto e detto tutto, non credo che nessuno abbia posto la questione dal punto di vista in cui l’ho scritta io.
Per il resto ho avuto la fortuna di ricevere complimenti per l’opera in sé, per il fatto di averla scritta alla mia giovane età o anche solo per la determinazione che ho avuto per portare a compimento un’operazione del genere. La cosa che mi ha colpito di più sono i feedback di chi mi dice di avere trovato qualcosa di nuovo nelle canzoni che ho recensito. Avere dato a qualcuno l’opportunità di apprezzare certi brani in maniera nuova e differente è davvero una grande soddisfazione. Uno degli obiettivi che mi ero prefissato all’inizio sui social era di far conoscere i Beatles a chi non li ascolta ma anche stimolare all’approfondimento chi già li conosce”.
Hai un sogno relativo al libro?
“Se Paul o Ringo arrivassero anche solo a sapere che esiste il mio libro sarei la persona più felice sulla terra. Sarebbe fantastico perché ruota tutto attorno all’età: hanno visto uscire libri sui Beatles per tutta la loro vita, sapere che hanno avuto questo tipo di impatto su un ragazzo di 16 anni penso potrebbe strappare loro un sorriso”.
Perché un altro libro sui Beatles?
“Sono sempre stato un grandissimo fan dei Beatles, fin da bambino. Inizialmente grazie ai miei genitori che li amano e li ascoltano da sempre: in ogni momento della mia infanzia e della mia vita, anche se ci sono stati periodi in cui ascoltavo meno musica, non ho mai smesso di ascoltarli. Ho amato questa band e approfondito la loro conoscenza, sono cresciuto con la loro musica e con i loro film. Oltre ad un amore viscerale, provo anche una stima infinita nei loro confronti ed era mia volontà fare un po’ la mia parte e contraccambiare con i miei mezzi la gioia che mi hanno dato da sempre. Mi sono bastati una pagina Instagram e tutto quello che avevo in testa, ovvero molto materiale per riempire quella pagina giorno dopo giorno”.
Che consiglio ti senti di dare a chi si avvicina oggi ai Beatles?
“Soprattutto per i giovani non è semplicissimo avvicinarsi ai Beatles. È vero che si tratta di brani apprezzabili anche oggi, anche solo perché non sono molto lunghi e vanno dritti al sodo. Se dovessi consigliare un approccio punterei sulle due raccolte, la rossa e la blu, che comprendono i brani più conosciuti: credo che sia la parte migliore della loro discografia per introdurre nuove persone a questa band. Ma credo che in ognuno dei loro album ci siano generi diversi e sperimentazioni, quindi bisogna cercare un po’ ma poi si trova almeno una canzone perfetta per qualsiasi ascoltatore. Può essere una sfida complicata, ma la ricompensa ripaga qualsiasi sforzo”.