Silvia Borsari, classe 1960, si è avvicinata al mondo dell’arte da adolescente, e da allora non ha mai smesso di continuare a sperimentare con la pittura. Le sue opere, impresse su tele di imponenti dimensioni, sono uno squarcio nello splendore dirompente della natura.
Silvia, quando e come è nata la sua passione per l’arte? Che studi ha fatto?
“La scintilla artistica è scoccata già negli anni delle scuole medie durante i quali mi sono cimentata nella creazione di un quadro che ritraeva dei fondali marini. Quella mia prima tela, ricca di colori vivaci e forme sinuose fu poi selezionata per essere esposta nella prestigiosa cornice della scuola media “A. Pio” di Carpi: un riconoscimento che ha acceso in me la voglia di coltivare la passione per la pittura, pur diplomandomi in ragioneria”.
Ci sono degli artisti a cui s’ispira?
“Ad ispirare la mia creatività sono due pittori in particolare: l’impressionista Claude Monet, con i suoi giardini sfumati e riflessi sull’acqua che danzano con la luce, e Mario Schifano, un’icona ribelle della modernità, il cui linguaggio visivo sfida le convenzioni e le frontiere tra le arti. Ogni volta che affronto la tela, è come se si materializzassero accanto a me per sussurrarmi segreti attraverso i colori e le forme che prendono vita sotto la mia mano”.
Come definirebbe il suo stile e che tecniche utilizza?
Un universo di colori acrilici ispira il mio spirito artistico che si esprime in tele che catturano l’immensità della natura. Le dimensioni dei miei lavori, che spesso raggiungono un metro per un metro e cinquanta, sono il palcoscenico dove esibisco la mia pittura: un’esplosione impulsiva di creatività, un flusso inarrestabile di energia che si traduce in scenari di marine tempestose e foreste ancestrali. La mia arte è un omaggio alla bellezza imprevedibile della natura, e in ogni opera, si nasconde un pezzo di un mondo che sogna di essere eterno”.
Quali sono i suoi soggetti preferiti e da dove trae ispirazione per le sue opere?
“Dalla mia città di adozione, Genova, una città bagnata dal mare e ricca di storia, dove mi ritrovo costantemente in balia della sua affascinante bellezza marina. Qui, l’azzurro del cielo si fonde con quello del mare in un abbraccio infinito. Ogni giorno, le imponenti architetture di Genova si specchiano nelle onde, donandomi inaspettati lampi di ispirazione. I velieri, con le loro vele gonfie di vento e di storia, sono i protagonisti indiscussi dei miei quadri. Abitare a Genova è come vivere in una tela in continua evoluzione: ogni angolo della città è un inno alla grandezza del mare, e io trovo quotidianamente nuovi spunti”.
Ha in programma un’esposizione o la partecipazione a un evento?
“Attualmente si sta svolgendo tra le storiche mura del Palazzo Ducale di Genova la mostra collettiva d’arte contemporanea, presente fino al 30 di Giugno con tre mie opere. Dal 15 al 30 luglio 2024, il Palazzo Ducale si trasformerà nuovamente in un teatro di cultura e bellezza, ospitando una mia nuova mostra esclusiva. Un’altra avventura contemporanea sarà alla Fiera ARTE GENOVA dal 14 al 16 febbraio 2025 nel Padiglione Jean Nouvel”.
Hai altri sogni e progetti per il futuro?
“Sì: dare vita a una mostra personale nel mio ex ufficio, un universo d’arte tutto mio, in Via Galeazzo Alessi, nel cuore pulsante di Genova.
Questo sarebbe la realizzazione di un sogno a lungo coltivato, un punto d’arrivo che segnerebbe al contempo un nuovo inizio, perché l’arte è un ciclo senza fine e un eterno ricominciare”.
Chiara Sorrentino