In provincia di Modena il 25% dei 18-69enni fuma sigarette, pari a circa 116mila persone, una percentuale sostanzialmente stabile e in linea con il biennio precedente. Negli ultimi dieci anni è però cresciuto in modo esponenziale il consumo di dispositivi contenenti tabacco o nicotina (sigarette a tabacco riscaldato o sigarette tradizionali). In provincia di Modena, secondo l’indagine PASSI – Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia, i consumatori di dispositivi tra i 18-69enni sono passati dallo 0,9% del 2014 all’11,2% del 2023.
Preoccupante è la diffusione di sigarette elettroniche tra gli adolescenti, già a partire dai 13 anni, e soprattutto tra le giovanissime, come sottolinea Giuliano Carrozzi, direttore del Servizio epidemiologia e riduzione del rischio dell’Ausl di Modena: “questi nuovi device si stanno diffondendo fortemente tra gli adolescenti anche tra quelli molto giovani e le ragazze fumano più dei maschi”. Da sfatare il mito che non “facciano male”: “intanto contengono nicotina – prosegue Giuliano Carrozzi – e questa sostanza mantiene una dipendenza e produce danni sia acuti che cronici. Inoltre questi device contengono solventi che hanno un’azione e gli stessi aromi, nati per essere ingeriti, quando inalati hanno azioni tossiche”. Se da un lato la percentuale complessiva dei fumatori è stabile, sono invece in aumento le persone che si rivolgono ai Centri dell’Azienda Usl di Modena per smettere di fumare. Rispetto alla media di circa 200 persone che ogni anno si rivolgono ai Centri diffusi in tutto il territorio della provincia (Mirandola, Carpo, Modena, Castelfranco Emilia e Vignola), nel 2023 i partecipanti ai programmi sanitari di disintossicazione sono stati circa 300. Due terzi riesce a smettere. “Due regole: chiudere il pacchetto con una carta e un elastico e tenerlo lontano dalla portata della mano, – spiega il dottor Massimo Bigarelli, responsabile del programma antifumo dell’Azienda Usl di Modena – e prefissarsi ad alta voce una data per fumare l’ultima sigaretta”.
Da alcuni anni poi il Servizio Dipendenze Patologiche promuove nelle scuole il progetto Scelgo io rivolto ai ragazzi delle prime classi degli istituti superiori e dei centri di formazione professionale: il progetto consiste in laboratori interattivi attraverso cui gli studenti peer educators, formati dagli esperti, possono discutere insieme ai loro compagni sulle pressioni sociali e sulle vulnerabilità che influenzano scelte tra cui anche quella di fumare e sulle strategie per resistere all’influenza e al condizionamento verso comportamenti a rischio.
“Per noi – conclude il dottor Bigarelli – è fondamentale che bambini e ragazzi non inizino a fumare e che sappiano rifiutare la proposta della prima sigaretta”.