Il Rapporto sulle Povertà pubblicato da Caritas Diocesana “rende visibile ciò che solitamente resta nascosto. Assistiamo – spiega la presidente di Porta Aperta Carpi, Arianna Agnoletto – a un costante e drammatico impoverimento delle famiglie, sofferenze che, spesso, non sono manifeste e che chi opera nei centri di ascolto tocca quotidianamente con mano. Il Rapporto ci aiuta a comprendere i processi in atto e, soprattutto, a trovare il passo comune per far fronte, insieme, alle vecchie e alle nuove povertà”. Un anno, il 2023, aggiunge suor Maria Bottura, direttrice di Caritas, “caratterizzato da una generale sensazione di crisi, gli strascichi della pandemia, così come le guerre in corso, hanno colpito un po’ tutti. Non solo sono in aumento le persone che si rivolgono ai centri di ascolto delle parrocchie ma ad aggravarsi sono anche i loro bisogni. Famiglie con storie di fragilità alle spalle, in cui convivono diverse forme di vulnerabilità sociale, relazionale e lavorativa”. 1.081 i nuclei seguiti da Caritas di cui 270 per la prima volta. Tre i fronti principali degli interventi: casa, lavoro e sostegno alimentare. “Per quanto riguarda il lavoro siamo stati al fianco di 130 persone, mettendo in campo laboratori di formazione, attivazione di tirocini, perfezionamento di curriculum vitae… mentre per cercare di fronteggiare l’emergenza abitativa – prosegue Suor Maria – abbiamo erogato contributi per le utenze e l’affitto (oltre 105mila euro nel 2023 contro i 93mila del 2022 e i 78mila del 2021) oltre a mettere a disposizione 6 alloggi, il nostro piccolo dormitorio con tre posti letto e ospitando in totale 22 persone. Tutte le unità abitative sono sempre al completo e i tempi di permanenza si prolungano, rallentando fortemente il turn over”. A fare la differenza in tema di sostegno alimentare vi è certamente, da tre anni a questa parte, l’Emporio solidale Cinquepani: “un market in cui fare la spesa aperto a tutta la cittadinanza – sottolinea Stefano Battaglia, presidente della Fondazione Odoardo e Maria Focherini – ma gratuito per chi è in difficoltà. Un format innovativo, con pochi precedenti nel nostro Paese, che nel 2023 ha emesso 496 schede prepagate, grazie alle risorse erogate da Diocesi, Unione delle terre d’argine, Fondazione CR Carpi, Caritas, Parrocchie e privati, con cui le famiglie meno abbienti possono acquistare gratuitamente e liberamente ciò di cui necessitano”.
Il 2023 per il Centro di ascolto di Porta Aperta è stato un anno “chiuso in chiaroscuro”, aggiunge il coordinatore Alessandro Gibertoni: “se da un lato infatti alcuni indicatori ci lasciano ben sperare, come il minor numero di famiglie incontrate e il miglioramento sul fronte dell’indebitamento, altri segnali vanno in controtendenza come la maggior richiesta di aiuti alimentari ad esempio. Negli ultimi mesi dell’anno poi abbiamo assistito a un’impennata di incontri con persone che non si erano mai rivolte al centro e di altre ritornate dopo anni di assenza, complice l’esaurirsi di alcune forme di sostegno come il reddito di cittadinanza, unitamente al gravoso fardello delle spese legate alla gestione della casa”. Delle 588 famiglie incontrate, 173 sono italiane. 518 quelle supportate con il programma alimentare (il 29% delle quali italiane) che hanno ricevuto oltre 6mila pacchi di cibo, 250 in più rispetto al 2022. La crescente difficoltà a reperire viveri e generi di prima necessità racconta il profondo disagio economico con cui convivono tanti nostri concittadini. Numeri che impressionano anche a fronte di un altro indicatore ovvero il passaggio di oltre 40 nuclei familiari, prima in carico per gli alimenti al centro di ascolto, al progetto Cibum. “Bottega solidale – chiarisce la coordinatrice Manuela Manzotti – i cui obiettivi sono il contrasto allo spreco alimentare, attraverso il recupero giornaliero di prodotti freschi eccedenti presso 25 donatori tra attività e aziende agricole locali, e l’educazione al consumo consapevole. Nel 2023 abbiamo ridistribuito 40mila chili di beni suddivisi tra alimenti, prodotti per l’igiene, materiale scolastico e 53 servizi vari. Abbiamo accolto 110 famiglie (38 le italiane), 45 in più rispetto all’anno precedente, perlopiù nuclei monogenitoriali con presenza di persone fragili e singoli privi di rete parentale. 66 nuclei sono stati inviati dai Servizi sociali e 44 dal Centro di ascolto di Porta Aperta”.
Una rete di aiuto quella messa in campo che non potrebbe esistere senza i suoi oltre 200 volontari, persone che con “umiltà si approcciano a chi ha bisogno con la consapevolezza di non avere una soluzione per tutto. Non siamo super eroi. Spesso chi abbiamo di fronte ha alle spalle percorsi accidentati, vissuti complessi. Il nostro compito è quello di ascoltare, di tessere relazioni, di aiutarli a trovare in sé le risorse necessarie per cambiare passo. Senza protagonismo ma animati da uno spirito comune, ovvero che il Bene occorre farlo bene e insieme”, chiosa Cristina Mantovani, volontaria della Caritas.
Jessica Bianchi