SPDC a Carpi, “no a toni catastrofistici e a paure infondate”

Sui lavori di ripristino dell’SPDC - Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Baggiovara e il temporaneo trasferimento dei pazienti verso altre strutture, in primis l’Ospedale di Carpi, è intervenuto il dottor Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento di Salute mentale dell’Ausl di Modena. “Circa la collocazione della struttura presso l’ospedale di Carpi, occorre ricordare che un SPDC è stato presente al piano terra della palazzina salute mentale del Ramazzini fino a pochi anni fa e che fu il personale del SPDC di Carpi a conseguire per primo ed in maniera continuativa l’obiettivo di una maggiore umanizzazione delle cure, abbattendo il ricorso alle contenzioni meccaniche e ponendosi come esempio in questo senso sul piano nazionale: ancora oggi il territorio carpigiano si caratterizza per uno dei più bassi tassi di Trattamenti Sanitari Obbligatori della provincia”.

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Fabrizio_Starace

“Riteniamo poco informato e poco rispettoso della competenza espressa nei fatti dal personale impegnato in SPDC parlare di “modelli che hanno prodotto solo violenza”. Il Servizio di Baggiovara ha conseguito in questi anni risultati che costituiscono riferimento per l’intera Regione, sia in termini di qualità dell’assistenza che di efficacia ed efficienza della stessa. 

Risultati conseguiti anche grazie al sostegno della Direzione dell’Azienda USL che ha rafforzato l’organico: l’SPDC di Baggiovara è tra i pochi in Italia a disporre della presenza, oltre che di un numero più che adeguato di medici e infermieri, di psicologo e terapista della riabilitazione.

È inoltre poco ragionevole immaginare che una funzione essenziale quale quella svolta da un SPDC possa subire una battuta d’arresto per due mesi: chi formula tali ipotesi non ha evidentemente contezza del funzionamento di un sistema di cura per la salute mentale che per quanto efficiente a livello territoriale non potrà mai prevenire il manifestarsi di acuzie sintomatologiche. In altri termini, sarebbe come proporre di chiudere una Unità di Cure Intensive Cardiologiche perché sono necessari lavori di ristrutturazione, senza aver pianificato l’apertura temporanea di una struttura analoga al servizio di quel bacino territoriale!

Quanto alla collocazione della struttura presso l’ospedale di Carpi, occorre ricordare che un SPDC è stato presente al piano terra della palazzina salute mentale del Ramazzini fino a pochi anni fa e che fu il personale del SPDC di Carpi a conseguire per primo ed in maniera continuativa l’obiettivo di una maggiore umanizzazione delle cure, abbattendo il ricorso alle contenzioni meccaniche e ponendosi come esempio in questo senso sul piano nazionale: ancora oggi il territorio carpigiano si caratterizza per uno dei più bassi tassi di Trattamenti Sanitari Obbligatori della provincia. Sottolineiamo inoltre che i requisiti strutturali ed organizzativi per ospitare l’SPDC sono stati verificati e sono state rafforzate le misure a garanzia della sicurezza di utenti e operatori (ad es. attraverso la previsione di un servizio di vigilanza interno H24 e l’installazione di telecamere a circuito chiuso).

L’episodio occorso nel SPDC di Baggiovara, come tutti gli episodi critici che richiamano l’attenzione generale, può  essere l’occasione per riprendere e rilanciare nella salute mentale e in tutti noi l’importanza che questi temi rivestono per rafforzare i legami sociali alla base della convivenza civile, o divenire terreno di conflittualità corporative, di posizionamenti demagogici a vantaggio di questo o quel gruppo e a detrimento della comunità. Infine, a chi adotta toni catastrofistici ed evoca paure infondate, suggeriamo di adottare per una volta una visione di sanità pubblica, che alla considerazione delle argomentazioni di parte (quando non strumentali) aggiunge l’interesse primario della popolazione assistita”.

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