Affido, “i minori diventano figli di tutti e questa è la forza della nostra rete”

Quello dell’affido è un terreno delicato, soprattutto, spiega Roberto Zanoli, dopo quando accaduto a Bibbiano: “una vicenda che ha contribuito a creare un clima di paura e sospetto e un generale rallentamento sul fronte degli affidi. Ora stiamo constatando una ripresa e una grande voglia di ripartire per rinsaldare quel legame di fiducia tra famiglie e Servizi sociali che qui è sempre stato forte”. Grazie alla neonata Reti di Famiglie Accoglienti Aps, nel percorso di affido, alle volte irto di difficoltà, “non sei mai solo. Vicino a te hai altre famiglie che stanno vivendo un’esperienza simile con cui condividere gioie e fatiche”, conclude Zanoli.

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Roberto Zanoli

Sostegno e supporto alle famiglie, accoglienza e affido. Sono questi gli obiettivi perseguiti dall’associazione Reti di Famiglie Accoglienti Aps: una realtà provinciale, costituitasi il 10 novembre dello scorso anno, che opera dall’Appenino alla Bassa modenese. 

Ad essersi uniti, per cercare di offrire una risposta coordinata ed efficace, sono già un’ottantina di famiglie e alcuni single. Nata dall’esperienza maturata nel corso del tempo dalla carpigiana Venite alla Festa, questa nuova realtà, spiega il presidente Roberto Zanoli, “riunisce famiglie e persone di tutta la provincia anche non aderenti a Venite alla Festa che hanno scelto di perseguire la filosofia di un’accoglienza condivisa. Una rete allargata nella quale è possibile misurarsi e confrontarsi reciprocamente per trovare consigli e supporto. Al suo interno vi è chi si occupa di affido in emergenza, chi di affido e chi di sostegno e aiuto alle famiglie che stanno attraversando un momento difficile per allontanare così il rischio di istituzionalizzazione”. 

L’idea di fondo è quella di far fiorire e strutturare “un’accoglienza condivisa, con l’auspicio – prosegue Zanoli – che questa buona pratica si possa allargare a una platea sempre più ampia”.

Chiunque può aderire all’associazione (per info si può consultare il sito www.retidifamiglie.it), essere formato e mettersi in gioco, anche gradualmente. 

Quello dell’affido è un terreno delicato, impervio, soprattutto, ammette il presidente Zanoli, dopo quando accaduto a Bibbiano: “una vicenda che ha avuto numerose ripercussioni anche sul nostro territorio. Bibbiano è stata una scheggia impazzita che ha contribuito a creare un clima di paura e di sospetto e un generale rallentamento sul fronte degli affidi. Ora stiamo constatando una ripresa e una grande voglia di ripartire per rinsaldare quel legame di fiducia tra famiglie e Servizi sociali che qui è sempre stato forte. Nei comuni dell’Unione delle Terre d’Argine siamo fortunati: il rapporto tra nuclei famigliari e istituzioni è consolidato e c’è fiducia tra le parti in campo, elemento imprescindibile per evitare malintesi. Ognuno opera con responsabilità, nel rispetto dei propri ruoli”.

L’affidamento familiare è un’esperienza di solidarietà, un intervento temporaneo di aiuto a un minore che proviene da una famiglia che non è più in grado di occuparsene. Si tratta di un’accoglienza che educa alla gratuità e al non possesso. “Credo che chiunque possa fare una scelta di questo tipo – commenta Roberto Zanoli – d’altronde anche un figlio biologico a un certo punto della vita spicca il volo e lascia la casa in cui è cresciuto, a volte facendo scelte che i genitori non condividono, alla ricerca della propria autonomia. I minori che ci vengono affidati fanno un pezzetto di strada insieme a noi. Non dobbiamo impadronircene bensì fare tutto il possibile affinché stiano bene e trovino un equilibrio. L’obiettivo è quello di far comprendere loro che noi siamo lì ma che la loro famiglia di origine, per quanto fragile sia, resta sempre il loro principale punto di riferimento. Il luogo al quale tornare. Ci sono ragazzi ormai cresciuti che continuano a venirci a trovare, anche solo per chiedere un consiglio, un supporto. Gli vuoi bene, tantissimo, ma sai che devi lasciarli andare”.

Grazie a Reti di Famiglie Accoglienti Aps in questo percorso, alle volte duro e irto di difficoltà, “non sei mai solo”, conclude Zanoli. “Vicino a te hai altre famiglie che stanno vivendo un’esperienza simile con cui condividere gioie e fatiche. Questi ragazzi sono figli di tutti e questa è la forza della rete”.

Jessica Bianchi 

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