“Nonostante un certo fastidio, la Società ha sempre mantenuto un profilo alto – evitando sguaiate uscite a mezzo stampa – e non sarò certo io in questo momento a cambiare rotta, tuttavia chiediamo che cessino le disparità in campo disciplinare”.
Attraverso una conferenza stampa indetta nella giornata di ieri, giovedì 30 novembre, il Direttore Generale dell‘AC Carpi ha anticipato il ricorso che la Società biancorossa ha presentato per ridurre le quattro giornate di squalifica comminate a mister Cristian Serpini in occasione della gara persa per 1-0 contro il Progresso.
“Cogliendo l’occasione per ringraziare il Presidente e la Proprietà per gli sforzi che stanno facendo anche in questa vicenda – prosegue il DG carpigiano – abbiamo proceduto con l’avvocato Sperduti a un accesso agli atti, che ha reso palese una totale incongruenza fra il provvedimento preso ed il comportamento del nostro allenatore. Chiediamo che il metro di giudizio applicato sull’AC Carpi sia il medesimo attuato sulle altre squadre dello stesso campionato. Le motivazioni della squalifica di 4 giornate a mister Serpini non sono in alcun modo parametrabili ad altri provvedimenti verificatesi su altri campi. Non ci sono stati atti di violenza nè tantomeno offese dirette o blasfemie: il tutto è riportato con chiarezza proprio nel referto; questo in sede di giudizio deve avere un peso. Non ha nessun senso, stando ai fatti e agli atti, che il Carpi possa ritornare ad avere in panchina il proprio tecnico solamente nell’anno nuovo”.
Il Carpi alza la voce e chiede che cessi un accanimento disciplinare che ha portato – nelle prime tredici giornate – ad una vera e propria “sassaiola” di giornate di squalifica (ben 12) alle quali vano aggiunti 3.200 euro di multa, una diffida del campo (poi revocata da un ricorso ad hoc) e oltre due mesi di inibizione per i propri dirigenti.