Aimag sostiene Ero straniero, una concreta esperienza di emancipazione femminile

Ieri mattina, 8 marzo, alla Casa del Volontariato la cerimonia di consegna del contributo con il Presidente di Aimag, quello della Fondazione Casa del Volontariato, i volontari e alcune corsiste del progetto.

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Da ormai quattro anni Aimag ha deciso, nel mese di marzo, di promuovere la cultura di genere e offrire un particolare sostegno, con un contributo economico, a un’associazione del territorio delle Terre d’Argine che si occupa di tematiche al femminile. Per il 2023 l’azienda ha scelto il progetto Ero Straniero, nato nel 2010 per volontà di quattro realtà del no profit, differenti per storia e identità – Coop. Sociale Il Mantello, Unione Donne in Italia, Azione Cattolica e Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani – accomunate dalla volontà di fornire concrete possibilità di integrazione agli stranieri adulti che vivono sul territorio. 

Ieri mattina, 8 marzo, presso la Casa del Volontariato di Carpi, la cerimonia di consegna del contributo, alla presenza del Presidente di Aimag Gianluca Verasani, della Responsabile della Sostenibilità Monica Argilli, di Nicola Marino e Monica Brunetti, rispettivamente Presidente e Consigliere della Fondazione Casa del Volontariato: insieme a loro, diversi docenti e volontari del progetto, insieme ad alcune corsiste di varie nazionalità. 

Obiettivo di Ero Straniero – che negli anni ha coinvolto migliaia di partecipanti e oltre un centinaio di volontari – non è solo l’insegnamento della lingua italiana in un contesto amichevole ed informale, ma è anche – e soprattutto – quello di favorire una buona integrazione e socializzazione tra i cittadini italiani e stranieri residenti a Carpi e nei territori delle Terre d’Argine.

La scelta del sostegno al progetto deriva dal fatto che, tra i partecipanti ai corsi, la grande maggioranza è composta da donne, provenienti da decine di Paesi da tutto il mondo. Per facilitare la loro partecipazione anche in caso di figli piccoli, è stato inoltre allestito anche un servizio di babysitting presso le strutture che ospitano i corsi stessi. Superfluo sottolineare come uscire di casa, socializzare, conoscere la lingua e la cultura del Paese in cui si vive rappresentino, per le donne, indispensabili elementi di emancipazione.

In questo senso è nato, in seno al progetto Ero straniero, anche il corso Donne a pedali, arrivato quest’anno alla 4^ edizione, durante il quale viene insegnato alle donne che non ne sono in grado di andare in bicicletta: un mezzo in più per spostarsi, in grado di essere utilizzato anche da chi non possiede un’autovettura propria.

Sempre nella medesima direzione va il corso di cucito, per insegnare alle donne partecipanti un’abilità che possa essere spesa non soltanto tra le mura domestiche, ma anche nel mondo del lavoro.

Nelle classi di Ero Straniero, è bene ricordarlo, non si impara o migliora soltanto la lingua, ma viene anche illustrata la cultura italiana, e vengono spiegate le basi che regolano la convivenza civile, dalla raccolta differenziata all’educazione stradale, dall’utilizzo dei mezzi di trasporto all’accesso al pronto soccorso e alla guardia medica. Senza tralasciare, ovviamente, i diritti delle donne.

“Come rappresentante del Consiglio della FCV – ha commentato Monica Brunetti, del Consiglio Direttivo della Fondazione Casa del Volontariato – sono veramente contenta che il Gruppo Aimag abbia raccolto anche quest’anno l’invito a supportare uno dei progetti di solidarietà sviluppati dal Terzo settore. Ero straniero non è solo un bellissimo esempio di unione tra associazioni di provenienza diversa per un obiettivo comune, ma anche un esempio concreto di emancipazione femminile realizzato nella nostra Provincia. Il progetto, nato oltre 10 anni fa, si è man mano sviluppato, passando dall’insegnamento di base della lingua e della cultura italiana, all’insegnamento di un fare concreto, con il corso di cucito, sino all’insegnamento ad andare in bicicletta, con il progetto Donne a pedali. Il tutto con l’obiettivo di fornire alle persone, partendo dalle più fragili quali le donne immigrate, i primi e fondamentali strumenti per raggiungere autonomia e indipendenza  contribuendo così a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona e le consentono di partecipare alla vita sociale, economica e, auspichiamo, anche politica del Paese”.