Due menti in perenne movimento quelle dei due carpigiani Enrico Piccinini, psicoterapeuta e psicodrammatista e Maria Teresa Cardarelli, arte terapeuta e sociodrammatista Insieme, lo scorso anno, hanno deciso di unire le forze per dar vita a una stimolante e affascinante avventura: il Teatro della Psiche.
Il progetto muove i suoi passi dal metodo ideato dallo psichiatra J. Levi Moreno, ovvero il socio-psicodramma, una forma di teatro-terapia di gruppo che permette ai partecipanti di acquisire una maggiore conoscenza di sé e delle dinamiche gruppali, dalla famiglia all’ambiente di lavoro, agli amici.
Gli ingredienti essenziali sono la spontaneità e la creatività che ci consentono di sdrammatizzare le situazioni complesse che ci troviamo a vivere ogni giorno, soprattutto in questi tempi tanto travagliati e, spesso, conflittuali.
“La tecnica messa a punto da Levi Moreno, ovvero il socio-psicodramma – spiega Maria Teresa Cardarelli – si differenzia profondamente dall’approccio psicoanalitico per la sua dimensione sociale. Il sociodramma si occupa delle problematiche interne a un gruppo e lo psicodramma, realizzato specificamente per un individuo, si concretizza comunque all’interno di una cornice collettiva. L’idea alla base è quella di imparare a guardarsi con gli occhi degli altri per comprendersi meglio, attraverso l’azione scenica”.
In una sessione di psicodramma vi è dapprima una fase di riscaldamento durante la quale, attraverso vari giochi, i componenti del gruppo entrano in relazione e fanno emergere temi significativi e poi si entra nel vivo. “Sulla scena – prosegue Cardarelli – interagiscono un protagonista e altri soggetti (chiamati Io ausiliari) che poi si scambiano di ruolo. Una metodologia insomma, fatta di specchi e moltiplicatori, che consente al protagonista di osservare la medesima scena dall’esterno, come spettatore. Dopodiché arriva la fase finale di sharing in cui ciascuno racconta ciò che ha provato, assistendo o giocando la scena, in chiave del tutto personale. Alle volte sono i conduttori a scegliere le tematiche dopo aver conosciuto i partecipanti: lo scorso anno, ad esempio, io ed Enrico abbiamo proposto tre percorsi, uno sulla maschera, uno sull’albero genealogico e uno sulla matrice sociale dei sogni”.
Il progetto Teatro della Psiche – Socio/Psicodramma si avvale poi delle carte degli archetipi create appositamente da Teresa Cardarelli.
Gli archetipi sono forme simboliche primarie presenti nel profondo della psiche individuale e nell’inconscio collettivo; mettono in comunicazione il mondo conscio con quello inconscio utilizzando il linguaggio universale dei simboli. “Noi ci siamo limitati a sei archetipi, quelli dell’Innocente, dell’Orfano del Guerriero, del Martire, del Viandante e del Mago, ciascuno con specificità proprie. Attraverso l’uso delle carte e il socio-psicodramma vedremo quanto in noi sono attivi tali archetipi, che solitamente si presentano in modo ciclico nel corso della nostra vita, nelle situazioni in cui ci troviamo a vivere ogni giorno. Ciò ci permetterà di maturare una maggiore consapevolezza relativamente nostri comportamenti, di calibrarli e apportare i necessari aggiustamenti per vivere al meglio le situazioni che ci vedono coinvolti, sfruttandone al meglio le opportunità. Grazie a questo percorso di introspezione e conoscenza di sè si diventa coscienti dei meccanismi che ci attraversano per imparare a gestirli e a non esserne dominati”.
Chi volesse avere un assaggio di questo laboratorio per adulti della durata di 10 incontri serali tra ottobre e novembre può partecipare alla presentazione che si svolgerà martedì 27 settembre, alle 21, presso TauLab in Piazza Martiri, 46. L’ingresso è gratuito su prenotazione (335.7887758 entro il 25 settembre).
Jessica Bianchi