Fondazione, dopo i veti incrociati si cerca la quadra

Manca una manciata di giorni eppure i giochi sono ancora aperti: il termine di presentazione delle liste è il 3 agosto e le trattative ad oggi sono ancora in corso ma c’è la volontà di lavorare per arrivare, il 2 settembre, all’elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e del suo Presidente.

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Manca una manciata di giorni eppure i giochi sono ancora aperti: il termine di presentazione delle liste è il 3 agosto e le trattative ad oggi sono ancora in corso ma c’è la volontà di lavorare per arrivare, il 2 settembre, all’elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e del suo Presidente. Nella seduta del 27 maggio scorso la votazione si era conclusa con un nulla di fatto perché nessuna delle tre liste era riuscita ad ottenere la maggioranza assoluta del Consiglio di Indirizzo (9 voti su 17). Dopo settimane di veti incrociati, in queste ore si sta sbloccando qualcosa e  le liste che erano finite al ballottaggio, in quanto più votate, pare siano intenzionate a trovare un accordo per arrivare a una lista condivisa frutto della mediazione: la lista di Mario Ascari ha dichiarato la massima disponibilità al confronto e quella di Roberto Cigarini sembra favorevole a concentrarsi sull’elenco dei nomi in base alle competenze e professionalità che esprimono. La lista del candidato Presidente Giovanni Arletti è altrettanto attiva e, pur avendo ottenuto due soli voti alla prima votazione, potrebbe comunque decidere di presentarsi proponendo i medesimi nomi o variando alcune scelte per acquisire ulteriore peso specifico in relazione ai requisiti richiesti al Consiglio di Amministrazione.

Gli elenchi saranno depositati entro il 3 agosto e allo scadere dei trenta giorni successivi, cioè il 2 settembre, è fissata la seduta del Consiglio di Indirizzo che procederà alla votazione. L’auspicio è che si possa arrivare alla nomina del nuovo Presidente e del Consiglio di Indirizzo per garantire piena operatività all’ente (oggi amministrato dal precedente Cda in prorogatio) a favore del territorio.

Se ciò non avvenisse e anche la seconda votazione si dovesse concludere con una fumata nera, ci si troverebbe in una condizione di assoluta incertezza in cui è difficile fare previsioni perché sarebbe inevitabile l’intervento dell’Autorità di Vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). E qui  tocca fermarsi alle ipotesi  perché non c’è norma che disciplina il caso specifico: siamo sicuri di voler arrivare a tanto?

S.G.

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