Il Tar boccia l’ordinanza del Comune di Carpi in materia di limiti d’orario dei locali dove si gioca d’azzardo

La sentenza arriva nella città che nel 2019 ha avuto il poco gradito record di città dell’Emilia Romagna oltre i 50.000 abitanti con la maggior quota di giocato pro capite. A Carpi, dove l’azzardo ha ormai superato la spesa alimentare, erano stati giocati nel 2019 ben 158.287.694 euro, vale a dire 2.179 euro per abitante, neonati compresi. Un dato che, se associato agli elevati numeri del gioco online, mette in evidenza una emergenza a Carpi, purtroppo non considerata dal TAR.

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Il Tar dell’Emilia Romagna con una sentenza ha bocciato l’ordinanza del Comune di Carpi in materia di limiti d’orario all’apertura dei locali dove si gioca d’azzardo. I Giudici hanno fatto riferimento sia all’assenza di un aggiornato esame dei dati del gioco patologico, successivo alla pandemia, che alla riduzione dei volumi d’affari portata dalla prolungata chiusura di Videolottery e Sale Bingo. 

“La sentenza, assolutamente discutibile, – dichiara Marzio Govoni, presidente Federconsumatori Modena APSben rappresenta il calo di attenzione generale, negli ultimi due anni, attorno al fenomeno del gioco d’azzardo legale. Una sentenza che potrebbe mettere in discussione ordinanze simili, già da tempo attive nel modenese e nel territorio regionale, e che potrebbe persino influire negativamente sull’applicazione della normativa regionale in materia di distanziamento dei luoghi dell’azzardo da scuole ed altri luoghi sensibili”.

Non è quindi una questione soltanto carpigiana; la sentenza arriva nella città che nel 2019 ha avuto il poco gradito record di città dell’Emilia Romagna oltre i 50.000 abitanti con la maggior quota di giocato pro capite. A Carpi, dove l’azzardo ha ormai superato la spesa alimentare, erano stati giocati nel 2019 ben 158.287.694 euro, vale a dire 2.179 euro per abitante, neonati compresi. Un dato che, se associato agli elevati numeri del gioco online, mette in evidenza una emergenza a Carpi, purtroppo non considerata dal TAR. Sono dati del 2019 – prosegue Govoni –  perché non è dato conoscere quelli del 2020. 

Infatti nella Finanziaria 2020 è stata inserita una norma che limita la diffusione dei dati dei principali giochi d’azzardo, suddivisi per Comune. Quali siano le motivazioni, e persino chi sia l’autore della norma, non è dato di sapere; di certo ancora una volta si è attenuata la possibilità del territorio di agire per contrastare non solo i fenomeni patologici ma anche lo sviluppo stesso del gioco d’azzardo, in continua crescita prima della pandemia.  L’auspicio ora è che il Comune di Carpi ricorra contro la sentenza, ma anche che l’Amministrazione dia corso pienamente alla Delibera regionale del 2017, che ha come obiettivo la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico. Dopo aver mappato il territorio ora bisogna agire sul distanziamento di sale gioco e sale scommesse da scuole, luoghi di aggregazione giovanili e di culto. Infine è necessario che si torni a innalzare l’attenzione generale su di un fenomeno che non può essere affrontato solo con interventi normativi e sentenze, ma anche con una, certamente difficile, battaglia culturale”.

L’Amministrazione comunale sta valutando, con i propri legali, la possibilità di presentare appello contro la decisione del TAR dell’Emilia-Romagna e se emettere un nuovo provvedimento in materia, tenendo conto della giurisprudenza e delle mutate condizioni del settore, anche causa pandemia, due anni dopo la gestazione dell’ordinanza n. 45334/2020.

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