Affitti brevi, approvato il giro di vite. Comuni liberi di stabilire un tetto

Multe fino a 8mila euro per non aver rispettato i criteri urbanistici e da 1.500 a 3.000 euro per la non comunicazione della destinazione d'uso.

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Dopo la Toscana, anche l’Emilia-Romagna, con il voto a favore espresso ieri pomeriggio, 17 dicembre, dalla maggioranza dell’Assemblea legislativa, ha la sua legge sugli affitti brevi. La principale novità della legge approvata dall’Emilia-Romagna, composta da quattro titoli e tredici articoli totali, è l’introduzione della destinazione d’uso urbanistica “locazione breve”, alla quale tutte le unità immobiliari utilizzate per affitti brevi dovranno adeguarsi. Riservando ai Comuni il potere di limitare percentuali di locazioni brevi in zone sensibili e vietare frazionamenti o demolizioni per nuovi usi brevi. Gli immobili destinati agli affitti brevi dovranno poi rispettare rigorosi standard di sicurezza, igiene, efficienza energetica e conformità degli impianti, mentre le amministrazioni comunali potranno introdurre ulteriori criteri di qualità edilizia, per qualificare l’offerta e migliorare la vivibilità dei quartieri.

Un altro elemento, infine, riguarda la leva fiscale: i Comuni, infatti, avranno la possibilità di modulare i contributi di costruzione legati ai cambi di destinazione d’uso, aumentandoli o riducendoli fino al 30% per orientare il mercato. Pena: multe fino a 8mila euro per non aver rispettato i criteri urbanistici e da 1.500 a 3.000 euro per la non comunicazione della destinazione d’uso.

La legge è passata con il voto favorevole dalla maggioranza di centrosinistra e la contrarietà dell’opposizione, che in Aula non ha mancato di esprimere il suo disaccordo, sia durante la discussione generale, che con la presentazione di 36 emendamenti.

 

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