Dopo il parere negativo della Corte dei Conti, è tramontata l’operazione Aimag-Hera contenuta nella delibera che recepiva l’accordo quadro proposto e sottoscritto dai Consigli di Amministrazione delle due società a inizio anno. In estate i Consigli Comunali dei ventuno comuni soci l’avevano votata e approvata (ad eccezione di Cavezzo e San Prospero) ma l’efficacia della delibera è subordinata al parere della Corte dei Conti. I Sindaci che avevano sostenuto l’accordo si erano subito sperticati dicendo che non era in discussione la validità industriale, confermando la sostenibilità economica e strategica e circoscrivendo il parere negativo della Corte dei Conti agli aspetti procedurali e di governance. A leggere bene, la bocciatura è su tutti i fronti e ha scongiurato l’avvio di procedimenti penali e richieste di danni erariali come è avvenuto per la fusione sospetta tra AEB e A2A a Seregno.
Per la Corte dei Conti l’infungibilità di Hera non sussiste ed è mancata una reale valutazione comparativa rispetto a soluzioni alternative; la selezione del partner si deve svolgere con procedure di evidenza pubblica; l’operazione produce l’effetto di cedere la direzione e la gestione di una società a controllo pubblico a un soggetto privato. La conclusione finale del parere della Corte dei Conti non lascia adito a dubbi: “in buona sostanza, a fronte dell’impiego di risorse della collettività, i soci pubblici rinunzierebbero a quei poteri gestionali e di controllo tali da assicurare il perseguimento del fine pubblico di cura degli interessi delle comunità amministrate, per favorire il contrapposto fine di lucro del Socio privato, in un contesto di illegittimità e di deviazione rispetto a quanto espressamente disposto dal TUSP e a quanto chiarito dalla riferita giurisprudenza della Corte dei Conti”.
A distanza di un mese non si muove foglia. C’è stato un incontro tra i Sindaci soci di Aimag e il CdA della multiutility il 6 ottobre per esaminare le alternative ma non pare sia emerso nulla di concreto. Il Pd provinciale ha convocato una riunione il 14 ottobre per richiamare all’unità i territori ma il partito resta diviso. Il Comitato Aimag per il Territorio ha organizzato una serata aperta ai cittadini illustrando gli aspetti economico-finanziari anche alla luce del buon andamento del primo semestre dell’anno e approfondendo le questioni giuridiche con gli avvocati Battistini e Carullo.
In questa nuova fase che si apre, le linee tracciate dalla Corte dei Conti richiamano i Sindaci ai loro doveri nei confronti del territorio sulla base del Tusp e dell’art. 97 della Costituzione Italiana che stabilisce i principi fondamentali di imparzialità e buon andamento per l’organizzazione della Pubblica Amministrazione e alla luce dei quali gestire ogni euro. I beni comuni, come Aimag, sono da amministrare con prudenza e tra le righe qualche suggestione i Sindaci dovrebbero pur leggerla: per prima cosa sarebbero da ripristinare i patti di sindacato scaduti e che attribuivano il controllo societario alla parte pubblica, poi quel patto di sindacato dovrebbe nominare un Consiglio di Amministrazione che ne sia espressione, infine con quei numeri che non sono così pessimi andiamo avanti.
Non è l’unico futuro possibile ma occorre guardare oltre i dividendi che l’accordo avrebbe garantito ai bilanci comunali nel breve periodo.
I nostri amministratori e la politica locale sono chiamati a esercitare i loro poteri gestionali e di controllo nell’interesse collettivo che deve essere al centro delle loro scelte. Il tempo resta la preoccupazione maggiore, perché ogni giorno che passa è un giorno perso per l’azienda.
S.G.
























