Chi pensa che i servizi cimiteriali si possano ridurre alle operazioni di sepoltura e di pulizia del cimitero dimostra di non essere aggiornato rispetto a un quadro in profonda evoluzione negli ultimi quindici anni. Inoltre, dal 2020 con l’avvento della pandemia si è assistito a un ulteriore aumento delle scelte di cremazione rispetto alla sepoltura tradizionale e un conseguente interesse del mercato con investimenti anche di gruppi stranieri pronti a realizzare in Italia impianti di cremazione e a espandersi nel settore delle agenzie funebri con l’obiettivo di acquisire grandi dimensioni, non solo a livello nazionale ma europeo. Con la legge regionale del giugno 2024 si è stabilito inoltre che i cinerari per la raccolta e la conservazione delle urne cinerarie possano essere realizzati anche da soggetti privati, creando nuovi spazi per la concorrenza ai servizi cimiteriali; il Comune di Carpi si è già attivato per soddisfare al meglio questi nuovi trend, installando nuovi manufatti per la collocazione di urne nei cimiteri e contestualmente ottenendo dalla Soprintendenza il nullaosta per convertire, in futuro, i loculi vuoti per salme, in cellette per la conservazione delle urne.
Questi gli scenari delineati in occasione della Prima Commissione Consiliare presieduta da Federica Carletti martedì 30 settembre. All’ordine del giorno il futuro modello di affidamento e di gestione dei servizi cimiteriali del Comune di Carpi con la presentazione dello studio di fattibilità per una ottimizzazione gestionale del servizio elaborato dalla società Paragon Business Advisor di Bologna. L’attuale concessione dei servizi e delle attività cimiteriali è ormai in scadenza, ma la necessità di rivedere il modello adottato alla fine degli anni 90 e di superare le criticità che si sono manifestate nel recente passato, per le quali è in corso una valutazione sull’equilibrio economico-finanziario della concessione che potrebbe portare ad un prolungamento della durata di qualche mese, ha indotto l’assessore Mariella Lugli ad avvalersi del supporto specialistico di Paragon in supporto al Rup (Responsabile Unico del Procedimento), dott. Stefano Tripi. Il presidente di Paragon Aleardo Benuzzi ha definito la scelta che il Comune di Carpi si accinge a fare “occasione per la soluzione strutturale delle problematiche che il servizio ha oggi”.
L’esigenza è quella di ripensare l’equilibrio economico – finanziario, rivedere le modalità di gestione delle concessioni di sepoltura scadute, introdurre ulteriori criteri per il monitoraggio dei livelli di qualità del servizio, prevedere maggiori interventi di manutenzioni straordinarie e ordinarie dei nove cimiteri la cui edificazione risale alla metà dell’800, curare maggiormente il verde e la pulizia.
Attraverso l’analisi dei numeri, le interviste e i sopralluoghi, Paragon ha studiato la realtà dei servizi comunali cimiteriali individuando criticità, possibili soluzioni e leve, cioè le variabili che differenziano un modello dall’altro per identificare il modello di affidamento e di gestione che meglio risponde alle necessità. “Qualsiasi sia la strada che si sceglierà, la manutenzione dei nostri cimiteri dovrà essere considerata prioritaria” ha sottolineato l’assessore Lugli.
Impercorribile oggi la strada dell’affidamento ad una società ‘in house’, che sarebbe da costituire apposta perché non esistente, perché non sostenibile per le lunghe tempistiche richieste, per le incognite sulla sostenibilità economica e per i conseguenti vincoli di fatturato stabiliti per legge per il mantenimento di partecipazioni pubbliche, ma anche per la struttura dei servizi pubblici locali già definita su Carpi. E’ il motivo per cui non esistono società in house esclusivamente dedicate ai servizi cimiteriali, che sono solitamente ricompresi in società multiservizi che si occupano per gli enti locali ad esempio anche di illuminazione pubblica o riscossione delle multe, oltre a gestire i servizi cimiteriali.
Nemmeno la strada dell’appalto risponderebbe pienamente alle necessità perché rimarrebbe in carico al Comune parecchi oneri, sia economici che gestionali. Si tratta del modello più oneroso e impegnativo, a fronte di un rischio concreto di “bloccare” l’evoluzione del servizio. Infatti, in uno scenario mutevole come quello odierno dei servizi cimiteriali, un capitolato d’appalto scritto oggi sarebbe pressoché immutabile nel tempo fino al termine dell’affidamento medesimo, non garantendo la necessaria flessibilità.
Rispetto all’appalto, un contratto di affidamento in concessione consentirebbe invece di traslare il rischio sul privato e al Comune resterebbero, con minori oneri, il monitoraggio e controllo dell’esecuzione, ma il Comune di Carpi non ha solo la necessità di individuare un gestore dei servizi cimiteriali. Lo ha detto più volte l’assessore Lugli: “i nostri cimiteri hanno bisogno di interventi importanti”.
Con i medesimi vantaggi della concessione, il project financing con un operatore privato sarebbe una ulteriore soluzione che potrebbe portare ulteriori vantaggi, secondo l’analisi di Paragon; infatti, in base ai desiderata del Comune di Carpi in aggiunta a quanto già detto sulla concessione, attiverebbe una procedura partecipata in fase di progettazione e un rapporto di fiducia tra stazione appaltante e concessionario per la lunga durata prevista dal contratto, ivi inclusi gli interventi manutentivi.
“Con questo studio preliminare – conclude l’assessore Lugli – all’Amministrazione comunale sono forniti gli elementi fondamentali per arrivare a una decisione, il più possibile condivisa, sulla nuova procedura di affidamento, che spetterà al Consiglio Comunale e alla Giunta Comunale, secondo le rispettive competenze, nei prossimi mesi”.
Sara Gelli
























