Il Comune di Carpi ha tra le mani l’ennesima gatta da pelare. O, per usare termini meno metaforici, un’altra causa legale in materia urbanistica a cui far fronte. A essere sotto attacco è il Piano urbanistico Generale (Pug) documento che, sin dalla sua approvazione, ha sollevato numerose perplessità.
A rivolgersi all’avvocato amministrativista Giorgio Fregni di Modena sono stati “undici soggetti giuridici”, si legge in una determina dirigenziale pubblicata sull’albo pretorio dell’ente pubblico, i quali richiedono “l’annullamento del Pug dell’Unione delle Terre d’Argine”.
Il Piano urbanistico Generale, spiega il legale dei ricorrenti, prevede che “gli stabilimenti artigianali e/o industriali situati in aree agricole possano continuare a esistere soltanto se ancora in esercizio. Qualora l’attività esistente dovesse cessare, tali immobili non solo non potrebbero più essere utilizzati da terzi per svolgere analoghe attività ma dovrebbero essere demoliti per ripristinare così la vocazione agricola della zona”. La portata penalizzante di tale provvedimento è stata ridotta in seguito a un’istanza presentata nei mesi scorsi dall’avvocato Fregni mediante la previsione che l’obbligo della demolizione operi solo nel caso di completa dismissione di tutte le attività insediate nel complesso produttivo ma, prosegue il legale, “anche se il Comune non impone più ai miei clienti la demolizione del complesso (Ndr – situato in via Burzacca), l’impossibilità di riavviarvi un’attività in caso di cessazione anche solo temporanea non è accettabile”.
Il Pug stabilisce che “se tutte le unità immobiliari del complesso artigianale cessano l’attività, l’intero complesso non può essere più riavviato. Questa regola del PUG viola il principio di legalità, poiché non esiste alcuna norma che contempli l’inutilizzabilità di un immobile e, addirittura, imponga l’obbligo di provvedere alla sua demolizione, quando esso non venga utilizzato. Anzi, il diritto di proprietà è imprescrittibile e il nostro ordinamento riconosce al proprietario (anche) il diritto di non usare il bene. Ciò che è stato costruito può essere utilizzato fino a quando venga correttamente manutenuto ed è proprio tale principio che noi vogliamo far valere”.
Jessica Bianchi
























