“Mi hanno chiamata animalista di merda prima che si scatenasse l’inferno ma io avevo soltanto visto un cane in difficoltà e desideravo aiutarlo”. A parlare è la donna che, lo scorso 10 settembre, è stata malmenata davanti al circolo di via Don Davide Albertario. “Sulla stampa locale mi hanno descritta come una persona violenta che avrebbe aggredito la presidente e il vice presidente del circolo ma le cose non sono andate affatto in questo modo. Ho assistito a una situazione potenzialmente pericolosa e sono intervenuta, non avrei mai pensato che a rimetterci sarei stata io”.
La signora, una insegnante, sabato 13 settembre si è recata in Commissariato dove ha sporto regolare denuncia per lesioni personali aggravate. “Sono stata aggredita violentemente” si legge in un passaggio del verbale e, ancora adesso, spiega, “mi domando il perché di tanto accanimento”. Ma andiamo con ordine. “Mercoledì 10 settembre – racconta – intorno alle 20 sono uscita insieme a mio marito per la consueta passeggiata insieme ai nostri due cagnolini. Camminando in via Agnini, a ridosso dell’area verde, abbiamo iniziato a sentire dei gemiti. Dopo esserci guardati intorno ci siamo resi conto che c’era un cane dentro a una macchina, coi finestrini chiusi, e che oltre a guaire, graffiava i vetri con le zampe. In un primo momento abbiamo lasciato correre ma circa mezz’ora dopo, mentre rientravamo, la situazione era rimasta invariata e, a quel punto, ho deciso di fare qualcosa”.
Dapprima la donna si è recata nel vicino bar ma nessuno degli avventori era il proprietario della Kia e quindi la sua ricerca è proseguita al Circolo Cabassi mentre il marito restava accanto all’auto.
“Insieme ai miei due cagnolini mi sono affacciata sulla soglia del circolo chiedendo gentilmente se qualcuno avesse lasciato il proprio cagnolino in macchina ma, a causa della musica, nessuno sentiva e le coppie continuavano a ballare. A quel punto ho alzato il tono della voce per attirare la loro attenzione e la proprietaria, smettendo di danzare, mi ha liquidata dicendo che il cane stava bene lì. Ho spiegato che l’animale pareva sofferente e stava abbaiando e lei mi ha apostrofato in modo volgare. Sorpresa le ho chiesto se fosse normale a rivolgersi a me in quel modo e la situazione è degenerata”. Ad avvicinarsi è stata dunque le presidente “che mi ha intimato di uscire, accompagnando le sue parole con una spinta. Le ho detto che non c’era alcun bisogno di mettermi le mani addosso e che se lo avesse fatto ancora avrei chiamato le Forze dell’ordine. Poi è spuntato il vice presidente che, dandomi dell’animalista di merda, ha iniziato a colpirmi in testa. Non sapevo cosa fare, perché in una mano tenevo il guinzaglio dei cani e quindi per difendermi non potevo far altro che agitare l’altro braccio oltre a urlare, chiedendo aiuto”. Intorno nel frattempo si era formato un capannello di gente e, le grida, sono giunte all’orecchio del marito che si è precipitato: “non riesco ancora a togliermi la scena dalla mente. Mi sono immediatamente interposto tra mia moglie e l’uomo che la stava colpendo per interrompere l’aggressione. Come ci si permette di mettere le mani addosso a una donna? E’ ovvio che io abbia reagito. Qualcuno mi ha trattenuto e un passante ha chiamato la Polizia”, racconta il marito, con una invalidità civile del 35% dopo un infortunio sul lavoro che gli ha causato un brutto trauma a spalla destra e braccio sinistro. All’arrivo dei poliziotti, incalza la signora, “ho indicato loro la telecamera dicendo di visionare il filmato per vedere la dinamica dei fatti, ma quelli del circolo hanno detto che non funzionava. Il nostro auspicio è che qualcuno tra i presenti trovi il coraggio di farsi avanti per dire come sono davvero andate le cose”. Sconvolta, dolorante e decisamente sotto choc, la signora giovedì 11 settembre si è recata in Pronto Soccorso: sul referto si legge “trauma policontusivo” e una “prognosi di tre giorni”. Nulla di grave fortunatamente ma i lividi sulle braccia sono ancora ben visibili così come il bernoccolo in testa. “Io non sono una animalista – conclude la signora – sono semplicemente una cittadina che ha fatto il suo dovere. Ho visto un animale in difficoltà e ho cercato di prestargli soccorso, mai avrei pensato di prendermi una scarica di botte e di essere persino derisa e accusata sui social media”.
Jessica Bianchi
























