Al via il cantiere per trasformare l’area di via Nuova Ponente. E la cappelletta?

C’è una buona notizia per Carpi, ma potevano essere due, riguardo un nodo importante della città.

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C’è una buona notizia per Carpi, ma potevano essere due, riguardo un nodo importante della città.

In via Nuova Ponente, all’ingresso della zona sportiva, sarà riqualificata l’area da vent’anni in stato di abbandono dove rimangono i ruderi di una villa antica e il cantiere non ultimato di una villa più recente. La nuova proprietà ha già iniziato a ripulire e, a breve, inizieranno i lavori che non prevedono sostanziali variazioni: si procederà con la ristrutturazione della villa rimasta incompiuta per realizzare otto appartamenti. L’intervento di edilizia residenziale non intaccherà la grande area verde che circonda l’edificio e preserverà la villa della seconda metà del XVIII secolo, già Bonasi, da ritenersi progettata dall’architetto Francesco Bonasi, vincolata dalla Soprintendenza.

Dovendo mettere mano al lotto e riqualificarlo, la proprietà si è interessata alla vicina chiesetta pericolante che insiste su via Nuova Ponente e costituisce non solo un ostacolo, ma anche un concreto pericolo per la circolazione perché restringe la carreggiata in un punto ad alto traffico veicolare. Anche l’Oratorio dell’Addolorata, questo il nome della chiesetta, è vincolato dalla Soprintendenza e appartiene a un altro privato cittadino carpigiano.

Le interlocuzioni, iniziate ormai tre anni fa, con l’amministrazione comunale e il proprietario della chiesetta non hanno ancora portato ad alcun risultato concreto, nonostante la disponibilità del nuovo proprietario del lotto a cedere una porzione del suo terreno per permettere la traslazione dell’Oratorio dell’Addolorata.

Già nel 2008 c’era stato un tentativo. L’oratorio, che essendo vincolato non può essere demolito, doveva essere traslato di qualche metro all’interno dell’area di pertinenza della villa, a distanza di sicurezza della sede stradale.
Il progetto di traslazione aveva ricevuto l’avallo della Soprintendenza di Bologna a condizione di concordare dei sopralluoghi durante l’esecuzione delle varie fasi operative. Poi non se ne fece più nulla.

Oggi l’occasione è d’oro a fronte della disponibilità del nuovo proprietario di accogliere la chiesetta all’interno dell’area della villa. Oppure vogliamo lasciar passare altri vent’anni?

 

 

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