Insegnare narrando storie, una mostra su Laura Orvieto

Il mondo della scrittrice Laura Orvieto in mostra nell’ex Sinagoga settecentesca di Carpi. Un’occasione unica per riscoprire una figura femminile che ha saputo trasformare l’arte del narrare in uno strumento educativo di rara efficacia, lasciando un’eredità letteraria che può essere utile alle nuove generazioni.

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Laura Orvieto con i figli Leonfrancesco e Annalia nei campi adiacenti la loro villa “Il Poggiolino”, nell’estate 1904

Insegnare narrando storie. Laura Orvieto e il suo mondo: questo il titolo della mostra che inaugura domenica 14 settembre presso il complesso dell’ex Sinagoga settecentesca, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica.

Promossa da Fondazione Fossoli e Museo Ebraico di Bologna, in collaborazione con il Comune di Bologna, il Gabinetto G.P. Viesseux di Firenze, la Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna e la Giannino Stoppani Cooperativa culturale di Bologna, con il supporto della Comunità Ebraica di Bologna e dell’Associazione Donne Ebree d’Italia, la mostra sarà allestita fino a domenica 2 novembre, e visitabile gratuitamente tutte le domeniche dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00.

Curata da Caterina Del Vivo, del Gabinetto Vieussex di Firenze, l’esposizione intende riproporre e valorizzare la scrittrice Laura Orvieto (1876-1953) e le sue opere, ancora oggi attuali in ambito sia letterario che pedagogico, e divenute veri e propri classici della narrativa per l’infanzia, al pari di opere di altri autori più noti e più pubblicati dal mondo editoriale contemporaneo. La mostra ne ripercorre con raffinata accuratezza le tappe salienti della vita e della formazione: la nascita in una famiglia della borghesia ebraica milanese, l’infanzia a Milano, la collaborazione con Rosa Errera, pioniera dei primi doposcuola per bambini poveri, l’arrivo a Firenze dopo il matrimonio con Angiolo Orvieto, poeta e fondatore della rivista Il Marzocco, e le amicizie femminili –  da Eleonora Duse ad Amelia Rosselli – le persecuzioni razziali e il ritorno alla scrittura dopo la guerra.

La presentazione della mostra si svolgerà domenica 21 settembre, alle ore 11, in occasione del festivalfilosofia, con la partecipazione della presidente della Fondazione Fossoli Manuela Ghizzoni, del direttore del Museo Ebraico di Bologna Ivan Orsini e della curatrice Caterina Del Vivo.

Domenica 28 settembre, alle ore 11.00, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, sarà organizzata una visita guidata gratuita al complesso delle ex Sinagoghe di Carpi, a cura di Vincenza Maugeri, già direttrice del Museo Ebraico di Bologna. L’itinerario comprende anche la visita alla mostra. La visita è gratuita, posti limitati e prenotabili sul sito www.fondazionefossoli.org .

Dall’infanzia trascorsa a Milano al trasferimento a Firenze in seguito al matrimonio con Angiolo Orvieto, poeta e fondatore della rivista Il Marzocco, fino alle amicizie con l’attrice Eleonora Duse e la poetessa Amelia Rosselli, dalle persecuzioni razziali al ritorno alla scrittura nel dopoguerra: ogni tappa della vita della Orvieto emerge attraverso un suggestivo intreccio tra realtà biografica e invenzione letteraria.
I suoi ritratti fotografici, i documenti, alcune lettere del marito, le fotografie dei figli Leo e Lia colti nella loro quotidianità di bambini di inizio Novecento, stampe, cover originali di alcune delle edizioni dei suoi libri, aiutano a scrivere una storia emblematica e, in parte, dimenticata.
Il pubblico potrà scoprire l’evoluzione della produzione letteraria della scrittrice: dalle iniziali collaborazioni con la rivista Il Marzocco ai primi volumi destinati all’infanzia come Leo e Lia. Storia di due bimbi italiani con una governante inglese fino al grande successo di Storie della Storia del Mondo che, tra il 1911 e il 1938, raggiunge le settantamila copie vendute, viene tradotto in diverse lingue e rivela un talento fuori dal comune nel raccontare ai bambini le vicende e gli eroi della guerra di Troia, rendendo la mitologia classica una narrazione coinvolgente.
La mostra presenta inoltre testimonianze della sua esperienza come direttrice del periodico La Settimana dei ragazzi (1945-1947) con schizzi, bozzetti, acquerelli, prove di stampa a firma di noti illustratori.
Un’occasione unica per riscoprire una figura femminile che ha saputo trasformare l’arte del narrare in uno strumento educativo di rara efficacia, lasciando un’eredità letteraria che può essere utile alle nuove generazioni.

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