“Quella struttura fa gola a molti e giustamente, non serve essere un immobiliarista per capirlo (per ulteriori info leggi qua: https://temponews.it/2025/08/22/chiuso-lhotel-val-paradiso-di-borgo-valsugana-una-pagina-della-storia-di-carpi-se-ne-va/). L’unico soggetto che lo disprezza è chi lo possiede, come bene pubblico. Il disegno è chiaro: è stato lasciato in abbandono quanto basta per poi dire che ora costerebbe troppo ripristinarne l’uso. In tutti questi anni una adeguata manutenzione e un progressivo aggiornamento della struttura che la valorizzasse, e nel rispetto delle normative, avrebbe consentito di disporre oggi di un bene dalle eccezionali potenzialità. Bastava crederci e programmare la spesa in un arco di anni sostenibile. Nessun carpigiano avrebbe detto che era uno spreco: quella struttura è vissuta come un “bene comune” dai cittadini di Carpi. Renderlo fruibile poteva anche voler dire mantenerne la proprietà e affidarne la gestione a un ente interessato (in quella zona c’è un polo attrattivo come “Arte Sella”) con delle clausole di garanzia per una quota-parte di tempo durante l’anno in cui il Comune di Carpi lo utilizza per proprie iniziative (educative, sociali, culturali). Ciò che avviene in molte città con altre tipologie di strutture. La miopia è un difetto della vista che impedisce di vedere chiaramente ciò che è lontano, mentre consente di vedere chiaramente solo ciò che è vicino… Chi ci soffre va dall’oculista e si fa prescrivere degli occhiali adeguati. Quando a soffrire di miopia è una classe di amministratori, non c’è occhiale che tenga, si tratta di “visione politica” che non c’è e non si compra. Cinquanta anni fa, chi fece l’investimento di acquistare quella struttura sapeva guardare lontano e vedeva bene”.
Roberto Farnè
























