Proseguono i lavori per l’adeguamento della cassa di espansione del fiume Secchia, al confine tra le province di Modena e Reggio Emilia. Un progetto, in capo ad AiPo (l’Agenzia Interregionale per il fiume Po), articolato in quattro lotti, che prevede interventi per un totale di 65 milioni di cui 27 finanziati con fondi del Pnrr.
L’obiettivo è aumentarne il volume per accrescere la capacità di laminazione, cioè di contenimento dell’acqua in caso di piena del fiume e, quindi, permettere il transito a valle delle acque in maggior sicurezza. Sui cantieri in corso si è recato mercoledì 30 luglio il presidente della Regione Michele De Pascale, che commenta: “qui nel 2023 e nel 2024 il sistema ha tenuto, tutto sommato, ma è evidente che gli eventi di pioggia vissuti in questa parte della regione sono stati di portata inferiore rispetto a quelli che hanno colpito il bolognese e la Romagna”. È quindi “assolutamente essenziale – ha proseguito il presidente – aumentare il livello di tenuta di opere come questa, che hanno avuto una storia molto importante a partire dagli anni Settanta ma che poi, nel tempo, hanno diminuito la loro capacità, che ora va ripristinata, anzi, aumentata”. È “fondamentale, dunque – ha concluso de Pascale -, adeguare in tutta la regione le infrastrutture per la sicurezza territoriale”.
Il carattere strategico di quest’intervento- ha spiegato Fabio Braglia, presidente della Provincia di Modena- sta nel fatto che si inserisce nel piano di interventi di controllo e messa in sicurezza del reticolo idrografico modenese. Per questo ringrazio AIPo e Regione oltre a quanti stanno operando per la difesa del nostro territorio in una fase di grandi mutamenti climatici, sui quali occorre agire con azioni sistemiche e programmate, superando la logica emergenziale a favore di una programmazione strutturata e condivisa”. Gianpaolo Bottacin, presidente di Aipo, parla di “un’opera idraulica estremamente importante per la sicurezza del territorio modenese, che permetterà di aumentare il grado di protezione così da rispondere da subito anche ad eventi con un tempo di ritorno cinquantenario e, in prospettiva, a quello bicentenario, una volta che saranno completate le varie opere previste dalla pianificazione di bacino”.
























