Impronte di natura su ceramica: l’arte di Ilaria Papotti

Ilaria Papotti, classe 2000, nata a Carpi e cresciuta a Correggio, neolaureata con lode in Giurisprudenza, da un paio d’anni realizza manufatti in ceramica in cui imprime la traccia di fiori e piante: “Mi piace pensare che attraverso la ceramica la natura mutevole abbia la possibilità di lasciare impronte indelebili”.

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Ilaria Papotti, 25 anni, originaria di Carpi ma cresciuta a Correggio, affianca alla vocazione da giurista, che l’ha portata a laurearsi col massimo dei voti in Giurisprudenza lo scorso marzo e per cui presto inizierà a lavorare, la spiccata attitudine verso la creatività e la natura, ed è per questo che dal 2023 ha iniziato a creare opere che s’ispirano alla botanica.

Ilaria, come è nata la sua passione per la ceramica?

“Nasce nel 2022 dopo che mia mamma mi ha regalato un workshop natalizio presso uno studio di ceramica in cui si dovevano realizzare una casetta e un albero natalizio. Affascinata da questo mondo ho deciso di proseguire con un corso base di ceramica che mi ha insegnato tutte le regole e le basi fondamentali finché, nel 2023, ho pensato di unire ciò che avevo imparato al mio amore per fiori e piante. Fin da piccola infatti sono stata abituata a stare all’aria aperta e a giocare con le foglie, i fiori e tutto ciò che la natura regala”.

Quando ha deciso di aprire la pagina Instagram Ceramica in fiore e perché hai scelto questo nome?

“Nella primavera del 2024 ho creato la pagina Instagram di ceramica in fiore. Mi piace pensare che grazie alla ceramica la natura abbia la possibilità di lasciare indelebili impronte, che in quanto tali sono uniche. Infatti, imprimo fiori di stagione e foglie sull’argilla con un mattarello e li rimuovo subito dopo. Poi devono asciugare per giorni, dopodiché li coloro e infine vanno cotti”.

Qual è la fase più complessa?

“Quella della doppia cottura nei forni per ceramica che cuociono a più di 1000°: una volta che inserito un pezzo non si ha mai la certezza di riaverlo tra le mani come ce lo si aspettava fino a quando le due cotture non sono terminate. Durante queste lunghe cotture (decine di ore di cottura e altrettante di raffreddamento) i colori possono cambiare completamente e le forme possono mutare. Questo processo non è ancora gestito da me in prima persona bensì da Daniela, una ceramista bravissima che mi ha sempre sostenuta”.

C’è un’opera in particolare a cui è più affezionata?

“In generale amo tutti i miei pezzi, ma sicuramente quelli che richiedono più dettagli e più tempo per essere realizzati e dipinti sono quelli a cui sono più affezionata, e provo tanto piacere quando vengono acquistati da persone che sanno dare a quei pezzi il giusto valore, comprendendo tutto il lavoro e il tempo che c’è dietro. L’ultimo di questi pezzi per cui ho impiegato ore di lavoro è il vaso Narciso”.

Da alcuni mesi Ilaria ha cominciato partecipare a qualche mercatino della zona: occasioni uniche per far toccare con mano le proprie creazioni e raccontare come vengono realizzate. “Avendo iniziato da poco ed essendo un hobby, ho deciso di puntare alla qualità dei prodotti più che alla quantità: pochi pezzi ma tutti unici e speciali”

Cosa le ha insegnato lavorare la ceramica?

“La ceramica allena la calma e la pazienza. Se c’è qualcosa che ho imparato è che, come in tante altre cose della vita, anche nella ceramica bisogna costruire delle buone basi affinché il prodotto finito sia di qualità!”.

Sogni e progetti per il futuro?

“Il fatto di avere iniziato da poco mi permette di sognare in grande. Vorrei acquistare altri strumenti, primo fra tutti un forno. Non voglio mai smettere di imparare: saper lavorare bene al tornio sarebbe bellissimo! Per il momento amo comunque l’idea che Ceramica in fiore rappresenti per me un posto sicuro tutto mio in cui rifugiarmi quando lo desidero”.

Chiara Sorrentino

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