Via la merce usata dai mercati del giovedì e del sabato di Piazza Martiri. E’ questa la principale novità introdotta dal nuovo regolamento, in materia di mercati, approvato ieri sera, giovedì 17 luglio, in Consiglio Comunale (con l’astensione di FdI e il voto contrario di Carpi Civica). Il precedente documento, risalente al 2003, necessitava infatti di una modernizzazione in considerazione, ha spiegato l’assessore Paola Poletti, “dei cambiamenti radicali subiti dal commercio negli ultimi vent’anni”.
Ritocchi, alcuni dei quali sostanziali, che, ha precisato in più occasioni l’assessore, sono stati “concordati e approvati dalle quattro associazioni di categoria Lapam, Cna, Confcommercio e Confesercenti e da quelle dell’ambulantato, ovvero Anva e Fiva”. Oltre a un “riassetto della pianta dei due mercati settimanali per agevolare l’eventuale passaggio dei mezzi di soccorso il giovedì e una maggiore fruibilità in caso di eventi e manifestazioni il sabato”, il nuovo regolamento prevede che la Giunta possa “procedere a individuare altre aree mercatali” e sparisce la limitazione precedentemente imposta agli alimentaristi definendo al contrario “un limite minimo di 3 posteggi per la giornata di giovedì e di 2 per quella del sabato. Agevolando questa tipologia di banchi e allargando l’offerta – ha sottolineato Poletti – auspichiamo di vedere una platea di fruitori maggiormente variegata”.
Abrogato l’unico spostamento previsto nel vecchio regolamento “in zona piscine in concomitanza con la Maratona d’Italia, dal momento che tale manifestazione non si disputa più dal 2016. Contestualmente – prosegue l’assessore – abbiamo aumentato il numero di spostamenti da 1 a 5 nel corso dell’anno in caso di svolgimento di eventi eccezionali e significativi per la città e che verranno comunicati agli operatori con 60 giorni di anticipo. Su richiesta degli ambulanti l’area alternativa a Piazza Martiri sarà poi quella di via Ugo da Carpi”.
Nel nuovo regolamento viene poi introdotto, per la prima volta, il divieto relativo alla vendita di abbigliamento usato come già accade, ad esempio, nei mercati di Modena, Cavezzo e Sassuolo, “per tutelare la sicurezza dei consumatori” e garantire “maggior decoro al mercato stesso” afferma Poletti.
Dai controlli fatti emerge come vi siano “venditori che non si attengono al Codice del consumo il quale impone di informare i clienti sulla natura dei beni acquistati. Non vi è una separazione tra i capi usati e quelli nuovi di stock e non vi è alcun cartello che avverte quale sia la merce di seconda mano”.
“Ma quanti controlli sono stati fatti negli ultimi due anni?” chiede il consigliere Michele De Rosa di Forza Italia. Nel 2024 sono stati eseguiti 43 controlli e altri 29 nel 2025 tesi anche ad accertare la vendita di abiti usati con 4 commercianti multati. Sanzioni che ad oggi possono scattare solo qualora manchi l’etichetta relativa alla composizione dei tessuti.
E’ ormai una certezza che dietro alla vendita di “abiti usati, sporchi e pericolosi se indossati, vi sia un traffico illecito importante portato avanti dalla criminalità organizzata. E’ innegabile la proliferazione di questi banchi, una presenza che abbassa la qualità del mercato e chi ne soffre sono gli operatori che credono ancora nell’artigianalità del prodotto e che hanno assistito, nel corso del tempo, a un radicale cambiamento dell’utenza attratta da prezzi bassissimi. Non vogliamo vedere costumi da bagno per signore venduti a 50 centesimi… Per noi è indispensabile cercare di cambiare il destino di un mercato che ha quasi 700 anni di storia e di attivare tutti i meccanismi possibili per mantenerlo attrattivo, con un’offerta merceologica articolata, prodotti alimentari compresi, affinché rimanga un punto di riferimento per i consumatori e abbia appeal commerciale. Vigliamo rafforzarne il ruolo di presidio economico e sociale della nostra città”, afferma Paola Poletti.
Il tema dei controlli ha acceso la discussione, con Mauro D’Orazi (Pd) che, pur guardando alle modifiche introdotte con favore, “perché il mercato caratterizza la nostra carpigianità e spero che tali cambiamenti possano migliorarne la qualità”, ha auspicato “una maggiore sorveglianza a fronte dei numerosi episodi di borseggio che si consumano in Piazza al giovedì”. A dar man forte è Michele De Rosa (Forza Italia): “su cento mercati annui, una quarantina di controlli son ben poca cosa. Occorre lavorare di più su tale fronte per intercettare irregolarità nelle vendite, negli automezzi e nelle posizioni contrattuali e contributive di chi lavora dietro ai banchi, preservando così la legalità e una sana concorrenza. Ben venga il divieto sulla merce usata ma – aggiunge il consigliere – a causa della profonda crisi economica che ha colpito le famiglie sarebbe opportuno prevedere in altre zone della città mercatini dell’usato per andare incontro alle necessità di coloro che non possono permettersi l’acquisto di capi costosi. Togliere i banchi dell’usato da Piazza Martiri non spingerà chi prima spendeva due euro per un capo a comprarne uno a trenta”.
Un’idea, quella di un mercatino di merce di seconda mano, che piace anche a Marco Di Nardo (Carpi a colori), perché “non possiamo essere complici di un racket ma un capo usato, etichettato e sanificato è tutt’altra cosa anche in un’ottica di riuso”.
Dopo aver definito il numero di controlli “al di sotto di un limite ragionevole”, Monica Medici (Carpi civica) affonda: “arrogandovi l’autorità di stabilire un limite minimo agli alimentaristi e diventando gli unici a stabilire eventuali altre aree mercatali, esautorando di fatto il consiglio comunale da tale decisione, dimostrate di essere la dittatura della democrazia”.
Un’accusa rispedista al mittente dai consiglieri del Pd Linda Oliviero (“se si verificheranno delle eventuali storture noi consiglieri potremo presentare delle mozioni”) e Giovanni Maestri (“la devoluzione di competenze alla Giunta non è incisa su un muro del castello, in futuro vi potranno essere occasioni di ulteriori adattamenti. La democrazia è al sicuro”).
Dura la replica di Poletti alla Medici: “dare potere alla Giunta è stato solo un modo per agevolare la gestione ed essere più flessibuili. Io sono donna di associazione: questo regolamento è stato approvato da tutte le associazioni comprese quelle dell’ambulantato. Io sono abituata ad ascoltare, non mi si facciano dunque accuse di dittatura. Saranno gli ambulanti a capire se è più vantaggioso per loro stare in centro o al Foro boario o, ancora, in via Ugo da Carpi. E’ nostra abitudine confrontarci con tutti. Al mercato c’è stato un profondo cambio di utenza, mia madre in passato andava lì per fare i suoi acquisti, ora non più e per ovvie ragioni. Era bello quando si vedevano tutte le estrazioni sociali in Piazza a far compere. La nostra intenzione è quella di ritornare a quella condizione”.
Jessica Bianchi