La cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è decaduta il 28 aprile 1945, quando il duce è stato ucciso a Giulino di Mezzegra. Tali onorificenze vengono conferite a persone vive, quando un soggetto muore perde qualsiasi cittadinanza. Dunque Mussolini non è più un cittadino onorario di Carpi. E’ stato sostanzialmente questo il leit motiv portato avanti ieri sera da Fratelli d’Italia e Carpi Civica in occasione della discussione in consiglio comunale della mozione presentata dal capogruppo di FI, Michele De Rosa, con cui chiedeva la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini poichè rappresenta “oggi motivo di offesa alla storia antifascista della Città di Carpi e delle vittime della repressione nazi-fascista”.
Proposta peraltro già avanzata nell’aprile del 2022 dall’ex sindaco Alberto Bellelli e clamorosamente bocciata. La discussione ha scatenato la consueta bagarre ma sono state le perplessità legate agli “errori tecnici e procedurali commessi” avanzati dalla consigliera Federica Boccaletti (FdI) a rappresentare un elemento di novità e a cogliere impreparati il presidente del consiglio e la segretaria comunale.
“Una mozione – ha spiegato Boccaletti – non può disporre la revoca di una cittadinanza che deve invece passare attraverso una delibera e poi ottenere una maggioranza qualificata. Con tutti i problemi che ha questa città stiamo impiegando del tempo per discutere un atto non solo decaduto da anni, dal momento che la cittadinanza onoraria viene perduta nel momento della morte, ma anche tecnicamente scorretto, poiché una mozione non dispone, bensì impegna”. Il dibattito però si è subito acceso e l’osservazione della consigliera è stata affossata da ricordi personali, drammi familiari, processi alle intenzioni di chi nel 1924 concesse quella cittadinanza e dalla necessità o meno di una damnatio memoriae. “Mio nonno nel 1924 votò a favore delle delibera di assegnazione e in questa aula oggi spetta a me riparare all’errore” ha detto il consigliere Mauro D’Orazi (Pd). Anche Marco Di Nardo (Carpi a colori) affonda: qui si discute della “revoca di cittadinanza a un criminale. Io non voglio vivere in una città in cui possa passare il messaggio che Mussolini, come si legge spesso sui social, ha fatto anche cose buone. Non posso accettare che un criminale conclamato, un carnefice di milioni di persone sia stato – e sia tuttora – cittadino onorario. Io non credo che i cambogiani sarebbero contenti se Pol Pot avesse la cittadinanza onoraria. Mussolini è stato il nostro Pol Pot”.
E se per Enrico Fieni (FdI) il fatto che la richiesta di revoca “arrivi dal Centrodestra è imbarazzante e inopportuna, poichè in nessun programma elettorale tra gli obiettivi vi era quello di riscrivere il passato e togliere una cittadinanza onoraria non cambia ciò che è stato”, per Monica Medici (Carpi civica) la storia “ha già giudicato le azioni di Mussolini. Non si toglie la cittadinanza a un morto perchè non ce l’ha più dal 1945. Volete annullare un atto fatto da un consiglio, quello dell’11 maggio 1924, perchè a vostro dire non poteva fare altrimenti. Ma quelle persone non sono state costrette: si può dire di no. Voi vi sentite migliori di loro? Io no. Vedremo nel corso di questa consigliatura se avrete il coraggio di dire di no ai potenti di turno”. Accusa che Linda Oliviero (Pd) respinge: “questo atto ci aiuta a fare memoria e non implica giudizi su chi ci ha preceduto, perché ha avuto un compito ben più difficile del nostro”. “Come si può giudicare oggi l’operato dei consiglieri di allora?” domanda Claudio Cortesi (FdI). “Perchè anziché affrontare problematiche serie, come Aimag, Amo, i portici luridi del centro, i ritardi di via Roosevelt… perdiamo tempo a parlare ancora di questo tema presentato da un novello antifascista (ndr – termine per il quale viene richiamato dal presidente Andrea Artioli; “ma porco cane non è mica un’offesa”, la risposta di Cortesi) quando dopo la guerra nessuno ci ha mai voluto metter mano? Con stasera speriamo di chiudere la partita”. Ma la partita non è affatto chiusa perché a riprendere la parola è la consigliera Boccaletti che rimette al centro della discussione la “legittimità tecnica dell’atto” chiedendo un parere alla segretaria comunale la quale propone “un emendamento in cui il termine ‘dispone’ venga sostituito con ‘chiede al sindaco’ di proporre la revoca”. Il tempo a disposizione è ormai agli sgoccioli, “siamo in dichiarazione di voto e l’emendamento non è ancora stato presentato. Come possiamo votare un atto non regolare? Una mozione non dispone, impegna” incalza ancora Boccaletti. Dopo qualche istante di silenzio il presidente Artioli puntualizza che il dibattito non è ancora terminato e, salvifico, alza la mano il consigliere De Rosa che chiede di emendare il verbo incriminato. Ad atto emendato in extremis e dopo l’intervento del forzista che sottolinea come “se nessuno si nascondesse dietro a motivazioni insulse e ridicole in pochi secondi la revoca di una cittadinanza che costituisce un insulto alla memoria delle vittime ed è incompatibile con la nostra carta costituzionale passerebbe”, si passa alle dichiarazioni di voto. La mozione è approvata col voto favorevole di Pd, Avs, Carpi a colori e Forza Italia mentre Carpi Civica, Lega e Fratelli d’Italia (gli unici rimasti in aula delle Opposizioni) non partecipano al voto. Saga finita? Niente affatto: la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini sarà esecutiva solo con una successiva delibera che dovrà essere poi nuovamente votata dal Consiglio Comunale. Alla prossima.
Jessica Bianchi