Le Camere ardenti dell’Ospedale Ramazzini sono state al centro di una interrogazione discussa ieri, giovedì 10 luglio, in Consiglio Comunale. Federica Carletti (Fratelli d’Italia) dopo le segnalazioni di alcuni cittadini che si sono visti negare la possibilità di esporre la salma dei propri cari nella struttura pubblica cittadina ha chiesto al Comune di Carpi di fare chiarezza su diversi aspetti: dalla reale capacità di accoglienza delle nuove camere ardenti all’eventuale presenza di locali per la conservazione delle salme, dai motivi che determinano il rifiuto di alcune richieste di utilizzo della struttura pubblica al numero di segnalazioni ricevute dall’ente pubblico in merito al disservizio.
“Nonostante l’ammodernamento delle camere ardenti del Ramazzini, queste non sempre sono disponibili per tutti e tale situazione non è accettabile. Alcuni cittadini, già provati dal dolore del lutto, hanno dovuto affrontare ulteriori difficoltà logistiche ed emotive, vedendosi costretti a spostarsi fino al Policlinico di Modena o ad allestire la camera ardente nella propria abitazione, opzione che dovrebbe essere una libera scelta e non l’unica possibilità”, ha spiegato Carletti. A fare chiarezza è stato l’assessore Mariella Lugli: “Il regolamento nazionale di Polizia mortuaria prevede che ogni comune debba disporre di alcune strutture per l’assolvimento delle funzioni in materia mortuaria. Strutture che possono essere istituite anche all’interno di ospedali per le persone decedute sia dentro al nosocomio che all’esterno. Le procedure e il funzionamento delle camere mortuarie sono poi ulteriormente disciplinati da un regolamento aziendale e da uno specifico del servizio mortuario dell’ospedale i quali evidenziano come di norma le camere ardenti dell’Ausl accolgano persone decedute in ospedale e che, in caso di trasferimento di salma proveniente da un’abitazione privata, l’agenzia di onoranze funebri incaricata debba richiedere l’autorizzazione alla direzione sanitaria che la concede solo previa verifica di disponibilità di spazi idonei. Il Ramazzini ha sempre cercato di garantire un’ampia disponibilità di accoglimento dei defunti provenienti dal territorio che, nel 2024, risultavano essere il 38% del totale delle salme gestite presso le camere ardenti”.
Le camere ardenti del Ramazzini dispongono di 5 sale per l’esposizione e il commiato e, prosegue Lugli, “la capacità ricettiva si basa su un’organizzazione volta a garantire un tempo di esposizione della salma di 24 ore prima dell’orario di partenza del feretro per la celebrazione del funerale. Nel caso in cui quattro sale siano occupate, viene sempre garantita l’ultima sala libera per poter accogliere eventuali deceduti provenienti dall’ospedale. E’ dunque garantita al massimo la contemporanea esposizione di 5 defunti. Le Camere ardenti sono poi dotate di celle frigorifere con possibilità di conservare fino a 4 cadaveri”.
La possibilità di accogliere una salma, ha ulteriormente specificato l’assessore Lugli, è pertanto “vincolata alla disponibilità di sale adibite all’esposizione proprio nell’ottica di garantire le 24 ore a disposizione prima della partenza del feretro”.
Per quanto riguarda i disservizi Mariella Lugli ha sottolineato come sia stata “un’unica agenzia funebre, peraltro incontrata nel mese di febbraio” a far pervenire al Comune alcune segnalazioni: “1 nel 2023, 1 nel 2024 e 8 nel 2025. Numeri che credo debbano essere parametrati col numero totale di decessi: 737 nel 2024. Abbiamo intenzione di organizzare specifici incontri con la direzione sanitaria dell’ospedale e l’Ausl affinché nei testi delle convenzioni possano trovare sede anche parametri quantitativi di utilizzo delle sale a cui fare poi riferimento”.
Jessica Bianchi