Frutti rossi e memoria, piccoli alleati per una mente più giovane

Chi non ama i frutti rossi? Mirtilli, fragole, lamponi, more… sono piccoli, gustosi, colorati, e fanno bene. Ma non solo al palato o alla linea: diversi studi dimostrano che fanno bene anche al cervello, aiutando a migliorare la memoria e a rallentare il declino cognitivo.

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Chi non ama i frutti rossi? Mirtilli, fragole, lamponi, more… sono piccoli, gustosi, colorati, e fanno bene. Ma non solo al palato o alla linea: diversi studi dimostrano che fanno bene anche al cervello, aiutando a migliorare la memoria e a rallentare il declino cognitivo.

Il segreto? Si chiama flavonoidi, e in particolare antociani: pigmenti naturali che danno il colore rosso, blu e viola a questi frutti. Ma oltre al colore, questi composti hanno forti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, due caratteristiche fondamentali per proteggere il cervello dall’invecchiamento.Uno degli studi più noti è quello condotto da Robert Krikorian (Università di Cincinnati) nel 2010: anziani con lieve decadimento cognitivo hanno assunto succo di mirtillo ogni giorno per 12 settimane. Si sono notati miglioramenti nella memoria verbale e nella capacità di apprendimento

Anche i bambini beneficiano dei frutti rossi. Una ricerca del 2018 ha dimostrato che, dopo l’assunzione di mirtilli, bambini dai 7 ai 10 anni hanno mostrato migliore attenzione e memoria di lavoro già poche ore dopo il consumo (Whyte et al., 2018 – European Journal of Nutrition).

E non finisce qui. Uno studio di grande portata, parte del Nurses’ Health Study di Harvard, ha analizzato l’alimentazione di oltre 16.000 donne per più di 20 anni. Chi mangiava regolarmente mirtilli e fragole aveva un declino cognitivo più lento di circa 2,5 anni, rispetto a chi ne mangiava pochi o nessuno (Devore et al., 2012 – Annals of Neurology).

I composti bioattivi dei frutti rossi riescono ad attraversare la barriera emato-encefalica e ad arrivare direttamente nel cervello. Qui possono stimolare la crescita di nuove cellule nervose, migliorare la plasticità sinaptica (cioè la capacità dei neuroni di comunicare fra loro) e ridurre l’infiammazione.

Nei modelli animali, ad esempio, topi anziani alimentati con una dieta ricca di mirtilli hanno mostrato miglioramenti nella memoria spaziale e nei compiti di apprendimento (Joseph et al., 1999 – Journal of Neuroscience).

Gli esperti consigliano di consumare almeno 2-3 porzioni di frutti rossi a settimana. Freschi, surgelati o in forma di succo 100% naturale: l’importante è che siano presenti nella dieta con una certa regolarità. Ancora meglio se inseriti in un’alimentazione sana e bilanciata, come la dieta mediterranea.

I frutti rossi non sono solo buoni e belli da vedere: sono un investimento per la salute mentale. Inserirli nella propria alimentazione può aiutare a mantenere la memoria più brillante, l’attenzione più viva, e forse anche a rallentare i segni dell’età sul cervello.

La scienza è chiara: basta una manciata di mirtilli o succo puro al 100% per dare al cervello una spinta in più.

Vitor Chiessi

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