Aimag, “per avere il consenso dei cittadini serve il referendum”

A chiederlo è il Comitato per la giustizia climatica e sociale.

0
620

Carpi per la giustizia climatica sociale interviene sulla consultazione pubblica attivata dai Comuni sul progetto Aimag-Hera.

“Molte cittadine e cittadini nemmeno sapevano della consultazione pubblica indetta dai comuni soci di Aimag, terminata per Carpi e Novi lo scorso martedì 24 giugno, che doveva avere lo scopo di verificare il consenso dei cittadini sul Progetto di rafforzamento della partnership industriale fra AIMAG S.p.A. ed HERA S.p.A. ed atti conseguenti – Acquisto di partecipazione indiretta nella Società Heracquamodena S.r.l.

In seguito all’accordo proposto i comuni soci consegneranno ad Hera, ora e per sempre, il governo industriale di Aimag, che perciò smetterà di essere un’azienda a controllo pubblico. Ricordiamo a tal proposito la definizione dell’operazione data dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato “acquisizione del controllo esclusivo di Aimag da parte di Hera”.

Carpi per la giustizia climatica e sociale ha contestato fin da subito questo progetto e pur ritenendo inadeguata e farsesca la procedura di consultazione, ha in ogni caso iscritto nove osservazioni attraverso alcuni suoi attivisti.

Secondo la legge Madia del 2016, i Comuni possono fare operazioni sulle società partecipate soltanto con il consenso dei cittadini. È per questo che è obbligatoria la consultazione pubblica. Invece il nostro Comune (come tutti gli altri) ha svuotato di senso il procedimento, svolgendolo come un fastidioso dovere burocratico: ha ristretto al minimo i tempi di consultazione (solo 15 giorni), non ne ha dato nessuna pubblicità, ed ha reso disponibile una documentazione estremamente lacunosa e faziosa.

Riteniamo assolutamente non valida la consultazione, perchè tutti sanno che i cittadini di Carpi sono contrari alla cessione di Aimag ad Hera. Infatti per ben tre volte hanno respinto questa idea in tre referendum istituzionali (due comunali ed uno nazionale, nel 2008, 2011 e 2017). Siamo forse il comune più consultato d’Italia sullo stesso argomento. Siamo anche convinti che lo stesso risultato si otterrebbe se si facesse un referendum in ogni comune servito da Aimag. Nonostante ciò, Carpi e gli altri comuni soci insistono con questa privatizzazione strisciante, che significa calpestare il principio democratico fondamentale di ogni amministrazione dello Stato. È una vergogna per Comuni che si sono distinti per i sacrifici compiuti durante la Resistenza.

Le osservazioni depositate riguardano anche il contenuto tecnico dell’accordo proposto.

Non si tratta né di un “rafforzamento” di Aimag né una forma di “collaborazione” tra le due società. Usando questi termini i Comuni hanno “truccato le carte”: il cuore dell’accordo consiste infatti nel consegnare ad Hera il controllo industriale di Aimag, ed aumentare le azioni della stessa Hera ad un livello che i Comuni soci non potranno più tornare indietro. Anche se mascherato da inutili complicazioni e tecnicismi, siamo all’ennesima riproposizione del progetto di incorporazione di Aimag in Hera, promosso fin dal 2007 dai vari sindaci di Carpi che si sono avvicendati negli anni (e pochi altri), e finora non giunto a compimento. Come nel passato il Comune giustifica la cessione di Aimag con dei vantaggi discutibili e denunciando pericoli futuri per i quali si vuol far credere che la soluzione proposta sia “l’unica opzione possibile”.  Ma non è vero. Quante volte negli anni abbiamo sentito che “Aimag non ce la può fare” in qualcosa che invece col tempo è stato risolto? Innumerevoli.

Infine, riguardo al servizio gas, riteniamo grave che l’ipotesi di accordo non dica proprio niente. Questo silenzio nasconde in realtà accordi pessimi per i comuni e molto vantaggiosi per Hera, ma lo si capisce soltanto da informazioni che vengono da altre fonti ufficiali. Pensate che Aimag dovrebbe rinunciare in futuro al servizio di distribuzione gas, il più remunerativo dei servizi gestiti. Basterebbe questa osservazione, da sola, per giudicare non valida e scorretta tutta la procedura di consultazione.

Non ci aspettiamo che il Sindaco e la Giunta si scomodino a leggere le nostre osservazioni, speriamo invece che le leggano le Consigliere e i Consiglieri che dovranno votare questo accordo-capestro. Esso priverà i cittadini e le cittadine di un patrimonio pubblico strategico e li esporrà ad una gestione dei servizi essenziali orientata al profitto, come è noto che avviene nei comuni di Hera. Noi continueremo a lottare per contrastare questo progetto anche organizzando un referendum se sarà necessario”.

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp