I rumors che giungono sul fronte sanitario non lasciano presagire nulla di buono. Che la sanità del nostro territorio sia alle prese con una crisi senza precedenti è sotto l’occhio di tutti: buchi di bilancio (Ausl di Modena e Azienda ospedaliero-universitaria chiudono il bilancio 2024 in rosso con un ammanco da 35 milioni di euro), difficoltà nel reperire personale e riduzione di servizi si ripercuotono sulla cittadinanza alle prese con liste d’attesa che si allungano e ritocchi ai ticket (fino a un massimo di 4 euro a ricetta), una manovra quest’ultima che il governatore della Regione ha definito “necessaria per garantire la sostenibilità del servizio sanitario pubblico e investire in nuove terapie”.
In uno scenario a tinte decisamente fosche si vocifera di un ulteriore impoverimento, ovvero “la soppressione dell’ambulanza Carpi 4 di stanza a Fossoli (istituita nel 2018: https://temponews.it/2018/10/13/una-postazione-del-118-a-fossoli-il-condominio-delle-emergenze-si-presenta-alla-citt/) e la trasformazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Mirandola in Cau – Centro di assistenza urgenza” dichiara Giuseppina Parente, sindacalista della Fials. La ratio? “Recuperare personale a fronte delle annose difficoltà di reclutamento di infermieri e medici. L’ambulanza H24 collocata in via dei Trasporti – prosegue Parente – fu inserita all’interno del Piano di riforma del sistema di Emergenza – Urgenza, la sua presenza è strutturale, rimuoverla sarebbe un errore così come depotenziarne la presenza a 12 ore, lasciando ai volontari la copertura delle restanti ore. In tal modo si libererebbero infermieri da dirottare sul Pronto Soccorso del Ramazzini. La giustificazione è che i codici di attivazione per la Carpi 4 sono a bassa intensità ma il tema vero è che eliminandola si lascerebbe scoperto un territorio vasto e che, in caso di effettivo bisogno, mancherebbe un mezzo avanzato pronto a intervenire.
Abbiamo chiesto con insistenza all’Azienda di fare chiarezza sulla questione in considerazione delle voci insistenti che stanno circolando ma non abbiamo ancora ricevuto una risposta ufficiale”.
Tempi bui, anzi buissimi, anche per l’Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola, “dopo la chiusura del punto nascita ora anche il Pronto soccorso è a rischio. I medici sono pochi e quindi il Ps potrebbe essere convertito in Cau, operazione che peraltro si sta dimostrando fallimentare laddove sono stati aperti senza un Pronto soccorso nelle vicinanze. Il nosocomio, così depauperato, rischierebbe futuribilmente di andare incontro alla chiusura lasciando la Bassa abbandonata a se stessa. E allora perchè non inserire un’automedica tra Carpi e Mirandola per intervenire nei casi di maggiore gravità? Non possiamo mettere a rischio la salute della popolazione. Ormai – conclude la sindacalista – siamo al punto di non ritorno. La salute dev’essere di competenza della politica, non solo dei direttori generali: è tempo che i sindaci si sporchino le mani, ci mettano la faccia e si assumano delle responsabilità”.
Che piaccia o no, a fronte di minori risorse ripensare i servizi è fondamentale, dalla montagna alla Bassa modenese, e la chiusura di alcuni ospedali periferici – o la riduzione del numero di reparti – è il boccone amaro da ingoiare per assicurare la tenuta stessa del SSN. Il mantenimento di un presidio di Pronto soccorso – o la presenza di mezzi avanzati – però è essenziale per garantire interventi tempestivi in caso di emergenze, siano queste incidenti stradali o patologie tempo dipendenti.
Jessica Bianchi