A Carpi la possibilità di realizzare una circonvallazione ad Est, con le relative intersezioni, è stata valutata sin dai primi piani regolatori degli Anni ’60.
Nel 1967 il bellissimo PRG del lungimirante (molto) progettista architetto Airaldi prevedeva una tangenziale un po’ più interna rispetto a quella odierna, all’altezza di via Canalvecchio, ottenuta prolungando verso sud la strada esistente fino a via Aldo Moro, con un cavalcaferrovia e diverse rotonde – una delle quali all’altezza di via Tre Ponti. Mentre via Cavata restava una strada di campagna.
Nella variante al PRG del 1978 dell’architetto Magnani, approvata definitivamente dopo un iter molto travagliato nel 1984, viene modificato l’incrocio via Tre Ponti/Cavata inserendo una seconda intersezione a formare una “rotonda allungata”. Pur perdendosi un po’ il concetto della tangenziale est, via Cavata resta comunque una strada secondaria, il cavalcavia verso via Aldo Moro scompare e al suo posto prende forma quello su via Lama di Quartirolo.
Lo sviluppo di una tangenziale est – con i relativi problemi di sicurezza – è invece molto marcato nel PRG del 2000, dove la “rotonda allargata” diventa una rotonda vera e propria e compare il bypass finale verso nord, fra via Cavata e via Griduzza, che supera la doppia curva esistente. Farebbe capolino anche un cavalcaferrovia fra via Roosevelt e viale Manzoni, sulla diagonale di via Girolamo da Carpi, ma quegli spazi li occupa ben presto una nota cooperativa di costruzioni con le sue palazzine.
Nei 25 anni successivi viene completato l’anello ma non viene implementata la rotonda – eppure lo spazio sarebbe facilmente espropriabile. Poi c’è la delusione del nuovo PRG dell’architetto Riccardo Righi – oggi sindaco – e del responsabile di piano, il dirigente Renzo Pavignani. PRG che avrà pur cambiato nome, diventato PUG, ma che di fatto non apporta varianti alla situazione esistente. Anzi: vengono tolte molte previsioni dalle tavole. E più che uno strumento di pianificazione del territorio diventa un quadro della situazione, per ottemperare alle necessità burocratiche e per unificare gli strumenti fra i quattro comuni, ma senza impattare affatto sul territorio con novità di rilievo. Insomma: delle rotonde in via Cavata non ne sono più previste.
Roberto Benatti