Via Cavata, servono attraversamenti pedonali sicuri e il superamento dell’incrocio con via Tre Ponti

Via Cavata - Tre Ponti. Una semplice linea di arresto, peraltro a ridosso di una siepe che in parte inficia la visuale, non è sufficiente. Per garantire la necessaria sicurezza serve una rotonda, infrastruttura che merita di balzare in cima alla lista delle priorità dei nostri amministratori. La viabilità di via Cavata è tutta da ripensare: occorrono attraversamenti pedonali che consentano a pedoni e ciclisti di raggiungere in sicurezza l’argine del Cavo Lama e il superamento dell’attuale incrocio, pericolosissimo. Saprà la Giunta Righi raccogliere la sfida e metter mano a una situazione che si trascina da ormai troppo tempo?

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Foto di Fabrizio Bizzarri

Nel febbraio 2011 via Cavata venne riaperta al traffico dopo i lavori di ristrutturazione e ampliamento approvati dalla Giunta Campedelli a fine 2008 e iniziati nel settembre 2009. Là dove, all’altezza di via Rocchini, la strada formava un’ansa seguendo l’andamento del fosso fu realizzato un nuovo tratto stradale largo 8 metri, che tira dritto fino a via Griduzza.

Obiettivo dichiarato della “nuova” Cavata – e il contestuale allargamento di un tratto di via Griduzza, con collegamento di quest’ultima alla Bretella Nord – era quello di alleggerire la circolazione stradale nella zona est della città, convogliando il traffico proveniente da Bomporto e Soliera diretto a nord ed evitando così l’attraversamento delle vie Marx, Biondo, Ariosto e Roosevelt.

Da strada di campagna, via Cavata nel corso del tempo si è così trasformata in un asse viario caratterizzato da un traffico molto sostenuto. Un lungo rettilineo che invita a schiacciare il piede sull’acceleratore.

Nonostante il limite dei 50 chilometri orari infatti, automobili, motociclette e mezzi pesanti sfrecciano a velocità folli, infischiandosene dei cartelli stradali.

Per i residenti è un incubo continuo ma il problema riguarda anche l’incolumità di pedoni e ciclisti dal momento che sono tantissime le persone che transitano su via Cavata per raggiungere l’argine del Cavo Lama e fare una passeggiata col proprio cane o una scampagnata in sella alla due ruote. Via Cavata è forse da meno rispetto a Traversa San Giorgio?

Oltrepassare l’asse viario è estremamente pericoloso e il rischio di essere travolti è tutt’altro che improbabile dal momento che non esistono attraversamenti pedonali sicuri, regolati da semaforo a chiamata, in corrispondenza delle vie che lo intersecano, da via Corbolani a via Ramazzini giusto per fare qualche esempio.

Già nel luglio 2019 un residente aveva lanciato una petizione on line per chiedere un intervento deciso della Giunta Bellelli affinché mettesse in campo delle azioni concrete per limitare la velocità dei veicoli. Un appello che l’amministrazione non ha però raccolto.

La morte del motociclista che ha perso la vita in un terribile incidente lo scorso 28 maggio all’altezza di via Tre Ponti deve indurre tutti noi a una profonda riflessione e spingere i nostri amministratori a fare qualcosa di concreto: decelerare il traffico e rimettere mano – con urgenza – a un incrocio, quello con via Tre Ponti, ad oggi del tutto inadeguato a fronte dei flussi di traffico di via Cavata. L’asse non è più una semplice strada di campagna ed è dunque impensabile che l’incrocio sia rimasto immutato. Una semplice linea di arresto, peraltro a ridosso di una siepe che in parte inficia la visuale, non è sufficiente. Per garantire la necessaria sicurezza serve una rotonda, infrastruttura che merita di balzare in cima alla lista delle priorità. La viabilità di via Cavata è da ripensare: occorrono attraversamenti pedonali sicuri e il superamento dell’attuale incrocio, pericolosissimo. Saprà la Giunta Righi raccogliere la sfida e metter mano a una situazione che si trascina da ormai troppo tempo?

Jessica Bianchi

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