E adesso? La segretaria del Partito Democratico di Carpi Daniela de Pietri non è particolarmente preoccupata dopo l’insuccesso del referendum su lavoro e cittadinanza promosso dalla Cgil e sostenuto dal suo partito. “Le battaglie si fanno perché sono giuste, a prescindere dal successo. Se si perdono, si lancia comunque un segnale rilevando l’importanza dei temi trattati e sollecitando un intervento legislativo futuro. È successo coi referendum del 2005 sulla fecondazione assistita e la ricerca sulle staminali: non si raggiunse il quorum ma negli anni furono i tribunali a cancellare i divieti. Si tratta di seminare buone intenzioni che possono essere la base di futuri cambiamenti”.
Se l’aspettava?
“Mi aspettavo che il referendum non avrebbe raggiunto il quorum”
Se col referendum si voleva dare lo sfratto alla Meloni non è andata granché…
“Ho fatto questa battaglia non con l’intenzione di battere la Meloni o di rendere la destra più debole ma con il pensiero rivolto ai ragazzi e ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Forse occorreva spiegare meglio i quesiti contenuti nel referendum”.
Un elettore su tre ha votato no al quesito sull’accorciamento dei termini (da 10 a cinque anni di residenza) per ottenere la cittadinanza italiana. Anche a Carpi il no ha sfiorato il 40% (39,64%). Come interpreta questo voto?
“Forse il quesito sulla cittadinanza non è stato capito e c’è bisogno di fare una battaglia culturale. Penso a quelle famiglie che hanno in casa una badante e comunque hanno espresso voto contrario. Credo che le persone siano state ispirate non dall’idea di collettività ma condizionate dalle proprie esperienze e dalle situazioni vissute nel proprio giardino e davanti al palazzo in cui abitano. È stata la cosa più deludente di questo referendum”.
Aver mobilitato il partito per correggere gli errori del vecchio Pd si è rivelato un boomerang?
“I tanti giovani che sono andati a votare non sanno nemmeno chi è Renzi. Una pluralità di visioni e di pensiero all’interno di un partito rappresenta un’opportunità, non la si può pensare tutti allo stesso modo. Altrettanto importante è che un partito riveda le proprie scelte ammettendo di aver sbagliato e facendo di tutto per aggiustare il tiro.
Pensa che sia a rischio la leadership della Schlein?
“Non posso dimenticare che il nostro partito ha cambiato più segretari in questi ultimi dieci anni ma ritengo che la Schlein abbia comunque un atteggiamento unitario che possa essere apprezzato dalla maggior parte delle anime del nostro partito”.
Lunedì 16 giugno è in programma a Carpi il congresso del PD per l’elezione del segretario e non essendosi presentati ad oggi altri candidati, Daniela de Pietri si avvia alla riconferma per i prossimi tre anni “ma – assicura – stiamo lavorando per crescere un giovane che possa prendere il mio posto ben prima della scadenza del mio mandato”.
Sara Gelli