Mercoledì 4 giugno le classi 4Q e 4R del Liceo Manfredo Fanti sono state premiate con gli attestati di partecipazione al PCTO dal Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Giuseppe Schena. Il riconoscimento ufficiale è avvenuto alla presenza del dirigente scolastico del Fanti Alda Barbi e dei alcuni rappresentanti di Istituto, in un clima di grande soddisfazione. La premiazione ha rappresentato un importante momento di valorizzazione dell’impegno dimostrato dagli studenti della scuola e la conclusione di un progetto intenso e formativo. Il percorso che ha condotto a questo traguardo è iniziato mesi fa ed è culminato lo scorso 8 maggio con la simulazione di un processo penale presso l’auditorium Loria di Carpi. L’evento si è svolto sotto la supervisione di rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine, presenti per sottolineare l’importanza del tema trattato. Un’occasione unica per confrontarsi con il tema della parità di genere attraverso un’esperienza concreta e coinvolgente, guidata da professionisti del settore.
L’attività è stata costruita in diversi mesi di lavoro. Gli studenti hanno affrontato lezioni teoriche tenute da agenti di polizia, carabinieri e avvocati, imparando i ruoli e le dinamiche di un vero dibattimento giudiziario. A rendere possibile tutto ciò, il contributo fondamentale dell’avvocato Mirella Guicciardi, che ha guidato il progetto. Il processo simulato ha visto al centro un caso reale, i cui aspetti fondamentali sono delicati ed attuali: l’accusa mossa all’imputato si fondava su articoli specifici del Codice penale, quali 609-bis e 612-bis, relativi ai reati di molestie sessuali e stalking. I ragazzi hanno ricoperto i ruoli chiave del tribunale – giudici, PM, avvocati difensori, imputati, parti offese e testimoni – dando vita a una ricostruzione realistica e coinvolgente. A presiedere l’udienza, un presidente del tribunale che ha ascoltato le parti, valutato le testimonianze e, insieme al collegio giudicante, emesso la sentenza finale. Dietro le due ore dell’evento pubblico dell’8 maggio si nasconde un lungo cammino di preparazione, iniziato mesi prima in aula. I ragazzi, guidati da professionisti del settore, sono stati sensibilizzati sul tema della violenza di genere e delle pari opportunità e hanno in seguito studiato le dinamiche della giustizia penale, imparato i ruoli, interiorizzato le regole e soprattutto contribuito a redigere e poi memorizzato un copione che riproduceva fedelmente un dibattimento processuale. Il progetto ha voluto portare i giovani dentro il mondo della giustizia, non solo per comprenderne il funzionamento, ma anche per scoprirne da vicino le professioni. “È stato un percorso bellissimo, un’opportunità perfetta in chiave orientativa – racconta Noemi Binetti, studentessa della 4R che ha interpretato il ruolo dell’avvocato difensore dell’imputato –. Ho capito quanto sia fondamentale la comunicazione, non solo per parlare bene, ma per convincere, trasmettere, costruire un ragionamento. Questo progetto mi ha aperto gli occhi su una realtà che prima conoscevo solo superficialmente”. La simulazione si è svolta di fronte a un pubblico attento, tra emozione e tensione per l’esito della sentenza, proprio come in un vero processo. Il realismo del processo è stato tale da suscitare l’ammirazione del pubblico, tra cui gli stessi operatori del diritto presenti, come l’avvocato Fontana che ha coordinato lo svolgimento dell’attività in prima persona con i ragazzi nelle aule scolastiche. “Ci siamo messi alla prova su più fronti – aggiunge Noemi –: non solo abbiamo dovuto imparare il copione, ma anche entrare nel personaggio, capirne le motivazioni, esercitare la logica e l’empatia. Per me è stato come scoprire un talento che non sapevo di avere”. A testimonianza, invece, dell’impatto profondo che le tematiche scelte hanno avuto sui partecipanti, Valentina Guidotti, studentessa della 4Q che ha interpretato il ruolo della vittima, racconta: “È stata un’esperienza molto intensa e significativa, che mi ha fatto capire quanto sia importante affrontare queste tematiche con serietà e sensibilità. Interpretare la vittima mi ha fatto riflettere sulle difficoltà che una persona può vivere in queste situazioni, come la paura, l’ansia e il senso di impotenza. È stato anche un modo per sviluppare empatia e capire meglio l’importanza di un supporto adeguato, sia legale che psicologico.” Molti degli studenti partecipanti hanno raccontato di aver superato la timidezza, altri hanno migliorato le proprie capacità di esposizione in pubblico, altri ancora hanno cominciato a considerare seriamente una carriera nel mondo giuridico. Parola chiave: team work. I ragazzi hanno inoltre dichiarato di aver acquisito anche consapevolezza civica, riconoscendo l’importanza di un sistema giuridico giusto ed equo per tutti.