“Ce ne siamo andati senza ricevere le risposte che avremmo voluto, soprattutto per quanto riguarda le tempistiche di chiusura del cantiere. Un cantiere, è bene ribadirlo, che impatta sulle nostre attività da ormai sette mesi. Nessuno di noi si aspettava sarebbe terminato nei tempi stabiliti ma che si siano pressoché quadruplicati è inaccettabile”.
A parlare a nome degli esercenti di via Roosevelt, a latere dell’incontro avuto ieri, 22 maggio, col sindaco di Carpi, Riccardo Righi, è Chiara Vescovini. “Righi si è dimostrato disponibile all’ascolto ma l’unico risultato concreto che abbiamo portato a casa è la possibilità di relazionarci in modo diretto con l’assessore Serena Pedrazzoli per restare costantemente informati sullo stato di avanzamento lavori e, allo stesso tempo, per esprimerle le nostre istanze, i nostri dubbi ed eventuali proposte. Insomma un filo comunicativo diretto di cui necessitavamo per non sentirci sempre alla mercé del cantiere e degli imprevisti che questo comporta pressoché quotidianamente”, aggiunge Vescovini, portavoce dei commercianti insieme a Federico Ferri. Che qualcosa nella progettazione della desigillazione dell’importante asse viario sia andato storto è sotto l’occhio di tutti: “ad oggi – prosegue Chiara – tra la parte centrale della via, dove sono state realizzate le vasche, e i lati della carreggiata si è creato un dislivello di quasi una ventina di centimetri ma affinché l’acqua piovana possa confluire in modo corretto all’interno delle vasche che ospiteranno le piante, è necessario invertire la pendenza della strada e pertanto si è resa necessaria un’opera di fresatura per la quale è in corso una ulteriore progettazione. Il sindaco ci ha assicurato che in una quindicina di giorni il progetto dovrebbe essere pronto dopodiché inizieranno i lavori”.
Un’operazione, quella della fresatura, estremamente impattante e che, verosimilmente, potrebbe comportare la chiusura al traffico di via Roosevelt: “abbiamo chiesto che avvenga nelle ore notturne ma non sappiamo ancora se sia fattibile. Certo costituirebbe un disagio per i residenti ma noi perdiamo denaro e clienti da otto mesi, confidiamo vogliano concederci un paio di giorni”.
Se il crono venisse rispettato, e il condizionale è d’obbligo, a fine giugno il cantiere del tratto compreso tra via Lago di Bracciano e via Lago d’Idro potrebbe essere smontato per ripartire poi poco più in là, tra le vie Lago d’Idro e via Divisione d’Acqui per un ennesimo desealing. Cantiere peraltro pericolosissimo in considerazione della vicinanza alla curva a ridosso della Chiesa di Sant’Agata già teatro di gravissimi incidenti che hanno coinvolto e ucciso dei pedoni in attraversamento (ma questa è un’altra storia).
Un altro versante alquanto delicato è quello relativo ai ristori: “abbiamo ribadito al primo cittadino quanto sarebbe importante per noi ricevere dei rimborsi per i mancati introiti di questi mesi, come avvenuto per i colleghi di corso Roma. Ci ha detto che via Roosevelt a differenza del corso è sempre rimasta transitabile e che quindi quella dei ristori è un’opzione che stanno ancora valutando. Noi siam certi di una cosa: tutti abbiamo registrato un calo delle vendite a causa di un’accessibilità di fatto dimezzata e pertanto continueremo a insistere sulla necessità dei ristori anche se la sensazione generale è che in mano non ci resterà che un pugno di mosche”. E mentre l’Amministrazione cerca di correre ai ripari per metterci una pezza, i commercianti continuano a raccogliere firme dopo aver dato vita a una petizione in cui si chiede all’ente pubblico proprio “il rimborso dei danni subiti a causa dei disagi della viabilità”.
Jessica Bianchi