Oggi, 20 maggio, è la Giornata mondiale delle api, un’occasione preziosa per ribadire l’importanza degli impollinatori per la nostra stessa sopravvivenza. Da loro, infatti, secondo la FAO – Food and agriculture organization of the United Nations dipende circa il 75 per cento delle colture alimentari mondiali che consumiamo quotidianamente.
Questi insetti sono in grave pericolo e la popolazione mondiale delle api è in costante calo. Le cause sono numerose e vedono sul banco degli imputati cambiamenti climatici, distruzione degli habitat, insetticidi, nuovi parassiti e predatori che mettono a rischio la sopravvivenza di questi importantissimi insetti. La città è diventata un luogo protetto per gli impollinatori, un ambiente lontano dai fitofarmaci impiegati nelle campagne. Contesti urbani nei quali, talvolta, vi sono persino più fioriture e meno rischi legati al maltempo. Tutti noi possiamo fare qualcosa per proteggere questi preziosi alleati. Come? Costruire un giardino o un terrazzo dove ci sia un insieme eterogeneo di piante utili è di fondamentale importanza e optare per le erbe selvatiche e le piante autoctone è sempre la scelta migliore. Non c’è niente di più piacevole di un prato cresciuto naturalmente, pieno di fiori selvatici, su cui farfalle, bombi e sirfidi si posano a caccia di nettare e riempiendo l’aria con il loro ronzio. Per ricrearne uno basta dunque piantare – e in commercio ve ne sono tanti – mix di questi fiori di campo. Le api, così come tutti gli apoidei bottinatori, vivono in simbiosi con piante e fiori: raccolgono le sostanze zuccherine e al contempo fecondano le piante. Il nettare insieme alla saliva andrà poi a formare il miele, loro primo alimento insieme al polline. Alla fine dell’inverno questi insetti sono affamati e per questo motivo, se vogliamo davvero aiutare gli apoidei, non dovremmo mai operare delle potature drastiche che limitano conseguentemente anche le fioriture primaverili. Non dimentichiamo poi, in vista del caldo in arrivo, di prevedere dei piccoli contenitori con l’acqua (o acqua e zucchero) per questi nostri amici. Per non farli annegare basterà tagliare sottili rondelle ricavate da tappi di sughero che sull’acqua fungeranno da zattere per l’atterraggio oppure ricorrere a qualche sasso. L’unica accortezza è quella di cambiare spesso l’acqua onde evitare che le zanzare vi depongano le uova. Un ulteriore aiuto agli insetti utili, spiega l’apicoltore Andrea Alabardi, “può essere l’installazione in un’aiuola dei cosiddetti Bee Hotel (o Bug Hotel) anche realizzati con materiali di recupero: costruzioni di legno con cannucce di bambù, trucioli e tronchetti forati in cui trovano rifugio le api solitarie. E, ancora, chi lo desiderasse, prosegue, “può installare delle particolari arnie studiate per essere poste in giardino o sui balconi. Basta rispettare le distanze di sicurezza stabilite dalla normativa sugli apiari urbani (ndr – Gli apiari devono essere collocati a non meno di dieci metri da strade di pubblico transito e a non meno di cinque metri dai confini di proprietà pubbliche o private). Tra poco – sorride Andrea – fioriranno i tigli e per le api sarà un sontuoso banchetto”. E per noi una delizia annusarne il profumo e vedere le api far festa.
Il Comune ha fatto installare un apiario nel Parco della Cappuccina un ottimo modo per cercare di salvaguardare una specie fortemente a rischio. Sarebbe auspicabile poi che in certe rotonde e aiuole, laddove non si inficia la visibilità, o in alcune aree dei parchi, l’erba non venisse sfalciata, lasciando che i fiori selvatici prosperino per la gioia di impollinatori.
Jessica Bianchi