Sanità, l’Emilia-Romagna pensa di far pagare un contributo agli over 65 per l’assistenza ai non autosufficienti

Fa discutere l'idea della Regione Emilia-Romagna, che vuole rivoluzionare l'approccio alla non autosufficienza puntando anche sulla richiesta di un contributo agli over 65 per garantire i servizi.

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L’Emilia-Romagna ragiona su una vera rivoluzione per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. E studia l’idea di un contributo collettivo chiesto a tutte le persone con più di 65 anni, tra i 200 e i 600 euro a persona, in base all’Isee, con cui finanziare tutti i servizi di assistenza necessari: dalle badanti alle strutture residenziali, fino alle cure domiciliari. Un “investimento di scopo”, lo definisce l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Fabi, che parla anche di “idea innovativa e intelligente”…

L’assessore, questa mattina a Bologna a margine di un’iniziativa dell’Ail, promuove così dunque la proposta lanciata dalla sua collega al Welfare, Isabella Conti. “Ritengo che aprirà un ragionamento molto importante- sostiene Fabi- non solo a livello della Regione Emilia-Romagna. Secondo Fabi, dunque, è “un’ipotesi su cui lavorare in maniera molto concreta, cercando di far comprendere come la cura verso l’anziano, se ben strutturata, significa prendersi in carico in maniera integrata tra sanitario e sociale il problema della malattia cronica, che ha più fattori con-causali. Se non si affrontano in maniera sincronica, difficilmente possono essere risolti”. Quella lanciata da Conti, insomma, “è un’idea molto innovativa – insiste l’assessore regionale alla Sanità- in certi momenti si potrebbe definire un investimento di scopo. Dico investimento e non tassa- precisa Fabi– perché proviamo a pensare alle risorse che molti cittadini liberamente accantonano per il proprio futuro“. Va dunque pensata “in questi termini e vedremo che in questo modo può essere aperta una strada veramente di alta innovazione a livello nazionale in cui ancora una volta la nostra Giunta vuole essere protagonista- conclude l’assessore- siamo una Giunta regionale che vuole innovare e che lancia il cuore oltre l’ostacolo, come fa Isabella normalmente quando si impegna su temi così rilevanti. Ed è forte l’integrazione della parte sanitaria con quella del welfare, i due Assessorati lavorano a braccetto”.

Fa discutere l’idea della Regione Emilia-Romagna, che vuole rivoluzionare l’approccio alla non autosufficienza puntando anche sulla richiesta di un contributo agli over 65 per garantire i servizi. A gelare gli assessori Isabella Conti e Massimo Fabi è la Cgil Emilia-Romagna, che invita ad “aprire un confronto serio evitando le boutade”. La proposta di cambiare sistema “per farsi carico degli oneri connessi all’invecchiamento e alla non autosufficienza- analizza il sindacato- con un contributo a carico degli over 65, può apparire innovativa, ma rischia di essere dirompente in un sistema universalistico che già arranca”. Secondo la Cgil, infatti, “prima ancora di lanciare l’idea di nuovi costi a carico degli anziani, sarebbe necessario consolidare il sistema vigente con il rafforzamento deliberato nel 2024 e non ancora attuato”. Non solo. “Soprattutto sarebbe necessario investire per formare e trattenere le professionalità necessarie- avverte il sindacato- a cominciare da infermieri e operatori socio-sanitari, così come convenuto nella discussione con Cgil-Cisl-Uil sul bilancio regionale, destinando a questa finalità cinque milioni di euro”. Per la Cgil, infatti, “è indubbio che la sfida è epocale, ma temi così complessi e delicati non possono essere affrontati a mezzo stampa, prefigurando un sistema di tipo assicurativo, invece di fare riferimento alla fiscalità generale che è lo strumento deputato al finanziamento della sanità e delle prestazioni socio-sanitarie”.

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