“Vivo a Berlino da tre anni, una città che amo pur nella sua complessità”. A parlare è il carpigiano 35enne Gianmarco Ammirata. Dopo aver conseguito il diploma di geometra all’Einaudi di Correggio, “ho subito iniziato a lavorare in uno studio di architetti di Carpi dove mi sono occupato della ricostruzione post sisma perlopiù nella Bassa modenese ma ben presto mi sono reso conto che lì non avrei avuto molte opportunità per crescere e mettermi in gioco e così ho deciso di iniziare a studiare sodo, in pausa pranzo, la sera, nel weekend, per affrontare il test di ingresso ad Architettura al Politecnico di Milano e ce l’ho fatta”.
Una volta ammesso, “grazie al prezioso sostegno e ai sacrifici della mia famiglia senza la quale non ce l’avrei fatta”, prosegue, Gianmarco si è trasferito a Milano: “il primo salto lontano da Carpi. Sentivo che quella era la strada giusta per me”. Durante gli anni della Magistrale, si avvicina alla Germania dopo essere stato selezionato per partecipare a un workshop in occasione del centenario del Bauhaus. Un colpo di fulmine che lo spinge a candidarsi per ottenere una borsa di studio e riuscire a scrivere la propria tesi all’estero: “ho trascorso tre mesi ad Amburgo per fare ricerca urbana e durante quel periodo ho provato, nonostante i posti fossero pochi, a propormi per un tirocinio post laurea sempre in Germania, finanziato dal Politecnico e dall’Unione Europea. Quando poco prima di laurearmi mi hanno comunicato che la mia candidatura era stata accettata non potevo crederci e mi sono immediatamente messo alla ricerca di uno studio disposto ad accogliermi. A quel punto ho dovuto scegliere la città in cui avrei voluto vivere e dove se non a Berlino?”. Con una laurea in tasca conseguita nel 2021, Gianmarco lascia tutto per intraprendere la sua nuova avventura berlinese.
“Berlino è una città dinamica, dalle innumerevoli possibilità e abitata da persone provenienti da ogni parte del mondo e questo bel mix è uno degli aspetti che preferisco. Il confronto con la cultura tedesca però è stato complesso. Una vera e propria barriera che sto pian piano scalando, grazie alla conoscenza sempre maggiore della lingua e ad alcune frequentazioni. L’impatto però è stato difficile. Il primo anno non conoscevo nessuno, non sapevo come esprimermi e non mi riferisco soltanto al divario linguistico. Percepivo chiaramente una sorta di barriera, di chiusura. Sapevo che quelle porte serrate si sarebbero aperte col tempo ma è stata dura. E allora, per dare alle mie emozioni la possibilità di emergere ed esprimersi liberamente, ho coltivato il mio amore per l’arte e il disegno. Una passione che si è tradotta anche in due mostre personali qui a Berlino di cui sono particolarmente orgoglioso”.
A Berlino Gianmarco lavora in uno studio che si occupa principalmente, spiega, “di progettazione di edifici residenziali. Il modo di concepire l’abitare è completamente diverso rispetto all’Italia, c’è proprio un abisso. Qui tutto è orientato al pragmatismo, senza fronzoli. Ciò che più mi ha affascinato di questa città è la sua capacità di rigenerarsi, di riconvertire fabbriche e spazi dismessi in club, gallerie d’arte… riqualificazioni che nascono sempre dal basso. Non vi è una pianificazione dall’alto, al contrario sono l’espressione di associazioni o gruppi di persone che se ne fanno carico con l’avallo del pubblico. Un bell’esempio a cui guardare”.
Nonostante le inevitabili difficoltà che la vita in un paese straniero comporta, Gianmarco non ha alcuna intenzione di tornare sui propri passi: “sentivo la necessità di mettere in discussione i pattern culturali, sociali e familiari con cui sono cresciuto e mi sono sempre confrontato. Avevo voglia di allontanarmi da quei modelli e andare oltre. Qui tutto è differente, dalle relazioni tra i colleghi al modo di condividere lo spazio lavorativo… dinamiche nuove che ti obbligano a uscire dalla tua comfort zone. Ed è stimolante. Sfidante. Ti aiuta a crescere, ad apprendere nuove competenze”.
Di Carpi Gianmarco non sente la nostalgia, “a mancarmi sono gli affetti. Ogni volta che torno a casa mi rendo conto del tempo che passa… lo vedo sui visi di chi amo e questo, forse, è l’unico aspetto che mi pesa”. Dove sarà il suo futuro, Gianmarco Ammirata ancora non lo sa, “per ora tornare in Italia non è un’opzione ma non so ancora quanto resterò a Berlino. Non avere radici profonde e sentire di non appartenere al luogo in cui adesso vivo, mi consente di essere libero. Libero di spostarmi e ricercare il luogo a cui sento di appartenere”.
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Jessica Bianchi