Di ispirazione autobiografica – l’autrice fu partigiana, insieme al marito – L’Agnese va a morire rappresenta uno dei classici per antonomasia del racconto della Resistenza italiana operato dalla letteratura.
Per questo, saranno proprio le pagine del romanzo di Renata Viganò a costituire l’appuntamento finale della stagione de Al Museo con i Classici: domenica 4 maggio, alle 17, presso il Museo Monumento al Deportato di Carpi, Simone Maretti leggerà e racconterà la storia di Agnese, una lavandaia di mezz’età che, colpita dalla morte del marito deportato, pur non essendosi mai interessata di politica in precedenza, sceglie di iniziare a collaborare con i partigiani come staffetta di collegamento
L’ingresso è gratuito, ma i posti limitati: per questo si consiglia di prenotarsi sul sito www.fondazionefossoli.org
La storia de L’Agnese va a morire è ambientata nelle Valli di Comacchio durante la seconda guerra mondiale, è stata definita da Sebastiano Vassalli “una delle opere letterarie più limpide e convincenti che siano uscite dall’esperienza storica e umana della Resistenza”. Un documento prezioso per comprendere cosa sia stata la lotta partigiana, tradotto in quattordici lingue e vincitore, nel 1949, del Premio Viareggio.
“L’Agnese – commenta Simone Maretti – è ormai vecchia, nella vita ha soltanto lavorato e badato alle cose concrete. L’impressione, tuttavia, è che abbia scelto di occupare il proprio posto nel mondo senza far domande, senza avere la pretesa di capire tutto, solo con la convinzione di stare dalla parte del giusto. E di poter essere utile alla lotta. Non solo quella contro tedeschi e fascisti, ma anche quella – assai più dura e dispendiosa – contro l’infelicità, contro il tempo che corre via e non torna”.