Fermo non ci sa stare e dunque, zaino in spalla, il correggese Renato Frignani, si è rimesso in cammino col fido Pulce – il pastore maremmano trovato ancora cucciolo il 9 giugno del 2019 tra i sacchetti dell’immondizia – sulle orme di uno degli itinerari escursionistici più suggestivi d’Europa, il Cammino dei Pescatori. 220 chilometri di stupefacente bellezza affacciati sull’oceano. Il tracciato, così denominato in onore dei pescatori che lo percorrevano alla ricerca dei luoghi migliori per pescare, completa, insieme al Camino Historico, la Rota Vicentina. “Siamo partiti da Lagos, nell’Algarve Portoghese, e proseguiremo il nostro viaggio lungo la Rota Vicentina fino a Sines per poi collegarci al Camino Centrale Portoghese fino a Santiago de Compostela” ci racconta Renato durante una pausa. Dopo tante avventure in giro per il mondo, a piedi e in bicicletta, Renato ha trascorso gli ultimi cinque anni tra le montagne del Trentino Alto Adige, in Valsugana: “ho fatto prima il giardiniere e poi il portalettere, un lavoro pazzesco nelle valli intorno a San Martino di Castrozza. Un’esperienza bellissima, tra malghe e paesini, che mi ha permesso di vivere all’aria aperta e di incontrare tante persone. Integrarmi però è stato molto faticoso. Dopo cinque anni mi sono reso conto che non si vive solo di bellezza. Mi mancavano la mentalità e l’approccio aperto alla vita tipici della pianura e così sono sceso nuovamente verso Carpi e Correggio. A casa insomma e mi sono sentito rinascere”.
Ora però l’esigenza di partire e di risentire l’emozione dell’avventura ha nuovamente bussato e Renato si è rimesso in viaggio. “Viaggiare con un cane non è affatto semplice: è Pulce che detta il ritmo e il mio primo pensiero va sempre a lui. Lo osservo e quando si stanca o ha fame ci fermiamo. E’ tosta certo, ma lui ormai fa parte di me e dunque mi adatto e viviamo questa nuova esperienza insieme, giorno per giorno”.
Il sentiero, prosegue Renato, “è ben segnato, non particolarmente impegnativo e davvero bellissimo. Pressoché totalmente a ridosso dell’oceano, è un continuo susseguirsi di panorami mozzafiato, scogliere a picco e spiagge immense. Si cammina tra la macchia selvatica e di tanto in tanto ci si imbatte in questi villaggi bianchi e blu super attrezzati e dotati di campeggi presso i quali io e Pulce ricarichiamo le pile. Ogni tanto il sentiero devia nell’entroterra e dinnanzi agli occhi si spalancano praterie che paiono non avere mai fine”. Con circa 18 chili sulle spalle, giusto lo stretto necessario, Renato avanza con Pulce al suo fianco, ammirando la “potenza delle onde dell’oceano che si infrangono sulla costa frastagliata. Uno spettacolo che riempie gli occhi”.
Tappa dopo tappa la meta è ormai vicina ma, aggiunge Renato, una volta giunti al centro del Paese, se Pulce sarà in forma, potremmo tirare dritto fino a Santiago de Compostela, circa 800 chilometri. Vedremo”.
Una spinta, quella a partire, che ormai gli è entrata sotto la pelle: “uscire dalla routine è fondamentale per me. La quotidianità mi chiude la mente, mi fa sentire in gabbia. Mettermi in viaggio mi scuote, mi risveglia, facendomi riscoprire la gioia delle piccole cose che dai solitamente per scontate. Da un lato assapori il piacere della scoperta e dall’altro ti metti alla prova. Affini le tue capacità, l’arte di arrangiarti per far fronte a ogni imprevisto e scopri di avere doti decisamente inaspettate… E ogni volta che intraprendo una nuova avventura amo condividerla con altri per offrire loro lenti nuove con cui guardare alla vita. Il viaggio più autentico che possiamo fare”.
Jessica Bianchi